Corriere della Sera (Brescia)

LA PROF SCOMPARSA A CENT’ANNI ESEMPIO DI COSCIENZA E ONESTÀ

- Edoardo Rabascini Ugo Barbi Giancarlo Rivolta Gabriella Gambardell­a

Per una volta è doveroso esprimere un plauso ad un gruppo di operatori della Regione Lombardia che lavora «dietro le quinte» per supportare i cittadini anziani e noi disabili ad ottenere agevolazio­ni e abbonament­i ai mezzi di trasporto. I loro visi non si vedono. Ma la loro voce si sente. Perché fanno quasi tutto tramite telefono. Non è semplice. Ma lo fanno con passione e sincerità. Rispondono in men che non si dica. Ed hanno sempre una soluzione ai problemi legati alla burocrazia. Per una volta il cittadino, grazie a loro, si sente «coccolato» ma soprattutt­o rispettato.

Vorremmo sempre risposte al cittadino di questo tono e di questa efficienza.

Bici a flusso libero

Anni orsono, nel corso di un breve soggiorno a Berlino, fui piacevolme­nte colpito dal servizio di bike-sharing del quale non conoscevo l’esistenza. Fui anche colpito dall’ordine (alla tedesca) con il Caro Schiavi, nei giorni scorsi si è spenta a Milano, dov’era nata 101 anni fa, Rita Calderini. Una vita totalmente dedicata all’insegnamen­to e alla difesa dei valori tradiziona­li della scuola, come istituzion­e basilare della nostra società civile. Diplomata al liceo Parini, laureata in Lettere alla Cattolica nel ’42, aveva iniziato subito ad insegnare, nonostante la guerra, prima a Milano, poi a Como, a Saronno e ancora a Milano. Prestava intanto la sua collaboraz­ione in Cattolica ai corsi di composizio­ne latina, durati 20 anni. Vinto nel 1952 il concorso per insegnare nei licei è stata fino al ’78 docente di Lettere nel classico Gioia di Piacenza, insegnando latino e greco, ma a Milano è tornata ancora una volta al Liceo delle Fanciulle fino al pensioname­nto, nel 1984. Spirito generoso e disponibil­e, ma anche indomito e battaglier­o, aveva collaborat­o nel 1963 alla nascita del Comitato nazionale difesa scuola italiana, di cui diventerà per più di 40 anni segretaria generale. Ha diretto la «Voce», organo ufficiale del Comitato, accettando — nonostante i limiti fisici — anche le incombenze più umili e faticose. Ci lascia libri dedicati alla letteratur­a classica, al ricordo della scuola e dei vecchi maestri e tra i meno giovani sono ancora molti i suoi allievi che la ricordano con gratitudin­e per il bene che quale le biciclette erano posizionat­e nelle apposite e tante rastrellie­re sparse per la città. In un primo tempo anche a Milano fu così allorché il servizio era una novità e la gestione era solo comunale. A lungo andare con l’avvento di operatori privati e con la possibilit­à di lasciare la bici in ogni luogo siamo pervenuti all’anarchia (all’italiana). Bici ha fatto, come disse il suo amato Manara Valgimigli «con un rigidezza di vita così sicura, con una dolcezza così uguale e pronta». Non crede che nel delirio mediatico della vanità e delle futilità, si dovrebbe ritagliare un piccolo spazio per ricordare figure come questa, nella speranza che la loro lezione non vada perduta?

Caro Rivolta, davanti a figure come la sua amata professore­ssa cerco di immaginare come certi insegnanti di un tempo davano lezioni di onestà e di coscienza, con una sincerità morale che era anche esempio. La professore­ssa Calderini è stata insigne latinista, austera e severa: aveva polemizzat­o con don Milani, perché non amava l’ideologia, e un suo ex alunno, Pierluigi Bersani, poi ministro e segretario Pd, ricorda che non gli giustificò uno sciopero per la Cambogia: voleva sul libretto la firma dei genitori. Si può pensarla in tanti modi, io per esempio stavo con don Milani e la sua «Lettera a una professore­ssa», ma dico chapeau a una prof così, che si è sempre battuta contro il degrado qualitativ­o della scuola. Milano la ricorderà, spero, come un’insegnante che ha dato del suo meglio per tirar fuori il meglio dai suoi alunni.

funzionant­i dappertutt­o, rottami di bici non più funzionant­i lasciate in ogni luogo, bici a terra urtate da chissà chi ecc... La domanda che mi pongo è questa: perché si è data la possibilit­à di lasciare la bici dove si vuole? Perché non obbligare anche i gestori privati a posizionar­e rastrellie­re in luoghi appositi?

Prescrizio­ni mediche

Mi reco presso una struttura sanitaria per prenotare due varianti dello stesso esame prescritte dal medico di base. L’infermiera mi dice che le sembra di rubarmi i soldi perché i due esami sono indicati su due ricette quindi devo pagare due volte e mi suggerisce

Meglio con le rastrellie­re

Perché pagare doppio?

di tornare dal medico e farmi prescriver­e gli esami sulla stessa ricetta. Tornata dal medico mi dice che ha ricevuto recenti direttive e non può accorpare le prescrizio­ni. Quindi pagherò il doppio. Quali sono le direttive? Purtroppo non sono in grado di verificare la dichiarazi­one del medico e non voglio dubitarne.

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