LA PROF SCOMPARSA A CENT’ANNI ESEMPIO DI COSCIENZA E ONESTÀ
Per una volta è doveroso esprimere un plauso ad un gruppo di operatori della Regione Lombardia che lavora «dietro le quinte» per supportare i cittadini anziani e noi disabili ad ottenere agevolazioni e abbonamenti ai mezzi di trasporto. I loro visi non si vedono. Ma la loro voce si sente. Perché fanno quasi tutto tramite telefono. Non è semplice. Ma lo fanno con passione e sincerità. Rispondono in men che non si dica. Ed hanno sempre una soluzione ai problemi legati alla burocrazia. Per una volta il cittadino, grazie a loro, si sente «coccolato» ma soprattutto rispettato.
Vorremmo sempre risposte al cittadino di questo tono e di questa efficienza.
Bici a flusso libero
Anni orsono, nel corso di un breve soggiorno a Berlino, fui piacevolmente colpito dal servizio di bike-sharing del quale non conoscevo l’esistenza. Fui anche colpito dall’ordine (alla tedesca) con il Caro Schiavi, nei giorni scorsi si è spenta a Milano, dov’era nata 101 anni fa, Rita Calderini. Una vita totalmente dedicata all’insegnamento e alla difesa dei valori tradizionali della scuola, come istituzione basilare della nostra società civile. Diplomata al liceo Parini, laureata in Lettere alla Cattolica nel ’42, aveva iniziato subito ad insegnare, nonostante la guerra, prima a Milano, poi a Como, a Saronno e ancora a Milano. Prestava intanto la sua collaborazione in Cattolica ai corsi di composizione latina, durati 20 anni. Vinto nel 1952 il concorso per insegnare nei licei è stata fino al ’78 docente di Lettere nel classico Gioia di Piacenza, insegnando latino e greco, ma a Milano è tornata ancora una volta al Liceo delle Fanciulle fino al pensionamento, nel 1984. Spirito generoso e disponibile, ma anche indomito e battagliero, aveva collaborato nel 1963 alla nascita del Comitato nazionale difesa scuola italiana, di cui diventerà per più di 40 anni segretaria generale. Ha diretto la «Voce», organo ufficiale del Comitato, accettando — nonostante i limiti fisici — anche le incombenze più umili e faticose. Ci lascia libri dedicati alla letteratura classica, al ricordo della scuola e dei vecchi maestri e tra i meno giovani sono ancora molti i suoi allievi che la ricordano con gratitudine per il bene che quale le biciclette erano posizionate nelle apposite e tante rastrelliere sparse per la città. In un primo tempo anche a Milano fu così allorché il servizio era una novità e la gestione era solo comunale. A lungo andare con l’avvento di operatori privati e con la possibilità di lasciare la bici in ogni luogo siamo pervenuti all’anarchia (all’italiana). Bici ha fatto, come disse il suo amato Manara Valgimigli «con un rigidezza di vita così sicura, con una dolcezza così uguale e pronta». Non crede che nel delirio mediatico della vanità e delle futilità, si dovrebbe ritagliare un piccolo spazio per ricordare figure come questa, nella speranza che la loro lezione non vada perduta?
Caro Rivolta, davanti a figure come la sua amata professoressa cerco di immaginare come certi insegnanti di un tempo davano lezioni di onestà e di coscienza, con una sincerità morale che era anche esempio. La professoressa Calderini è stata insigne latinista, austera e severa: aveva polemizzato con don Milani, perché non amava l’ideologia, e un suo ex alunno, Pierluigi Bersani, poi ministro e segretario Pd, ricorda che non gli giustificò uno sciopero per la Cambogia: voleva sul libretto la firma dei genitori. Si può pensarla in tanti modi, io per esempio stavo con don Milani e la sua «Lettera a una professoressa», ma dico chapeau a una prof così, che si è sempre battuta contro il degrado qualitativo della scuola. Milano la ricorderà, spero, come un’insegnante che ha dato del suo meglio per tirar fuori il meglio dai suoi alunni.
funzionanti dappertutto, rottami di bici non più funzionanti lasciate in ogni luogo, bici a terra urtate da chissà chi ecc... La domanda che mi pongo è questa: perché si è data la possibilità di lasciare la bici dove si vuole? Perché non obbligare anche i gestori privati a posizionare rastrelliere in luoghi appositi?
Prescrizioni mediche
Mi reco presso una struttura sanitaria per prenotare due varianti dello stesso esame prescritte dal medico di base. L’infermiera mi dice che le sembra di rubarmi i soldi perché i due esami sono indicati su due ricette quindi devo pagare due volte e mi suggerisce
Meglio con le rastrelliere
Perché pagare doppio?
di tornare dal medico e farmi prescrivere gli esami sulla stessa ricetta. Tornata dal medico mi dice che ha ricevuto recenti direttive e non può accorpare le prescrizioni. Quindi pagherò il doppio. Quali sono le direttive? Purtroppo non sono in grado di verificare la dichiarazione del medico e non voglio dubitarne.