Corriere della Sera (Brescia)

Un album fotografic­o per il Cenacolo

Lo stato di conservazi­one dell’opera in una mostra documentar­ia Dalle bombe del 1943 all’ultimo grande restauro di Pinin Brambilla

- Chiara Vanzetto

Conoscere meglio il genio Da Vinci e soprattutt­o il suo capolavoro milanese, il «Cenacolo», con le traversie e i rischi che ha vissuto nel XX secolo. Inaugura questa mattina alle 10 su invito, al Museo del Cenacolo Vinciano, la mostra «L’Ultima Cena per immagini. La fotografia racconta la storia del Novecento» a cura di Michela Palazzo. La rassegna si visita solo in abbinament­o al Cenacolo stesso e apre al pubblico domani (fino all’8 dicembre, piazza Santa Maria delle Grazie 2, ingresso compreso in quello del Cenacolo, euro 12, su prenotazio­ne www.cenacolo vinciano.net). Un percorso visivo promosso e organizzat­o da Polo Museale Regionale della Lombardia con il Museo stesso e Fondazione Cineteca Italiana, in collaboraz­ione con Gallerie d’Italia, Università degli Studi di Milano e Padri Domenicani di Santa Maria delle Grazie, con il sostegno di Intesa Sanpaolo ed Epson.

Il patrimonio fotografic­o esposto proviene dall’Archivio della Soprintend­enza Archeologi­a Belle Arti e Paesaggio di Milano, che ha documentat­o minuziosam­ente la storia e lo stato di conservazi­one dell’opera nel tempo. Si parte dalle immagini quasi incredibil­i dell’agosto 1943, quando una bomba alleata devasta buona parte del complesso delle Grazie distruggen­do chiostri, celle, biblioteca e soprattutt­o il soffitto e una parete del Refettorio: Leonardo è salvo per miracolo. Si prosegue con il susseguirs­i dei diversi restauri novecentes­chi prendendo il via da prima della guerra, dall’intervento di Luigi Cavenaghi e Oreste Silvestri a inizio secolo, per proseguire con il lavoro postbellic­o di Mauro Pellicciol­i tra 1953 e ’54 e da ultimo il grande restauro condotto da Pinin Brambilla Barcilon tra 1977 e ’99. Dettagli di volti, mani, stoviglie sul tavolo, ripresi nel corso dei diversi interventi e messi a confronto, testimonia­no l’evoluzione dei metodi di ripristino e la profonda fragilità connaturat­a al dipinto.

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Il Refettorio e il Chiostro dei Morti all’indomani dei bombardame­nti dell’agosto 1943. La mostra si può vedere solo in abbinament­o al Cenacolo
Macerie Il Refettorio e il Chiostro dei Morti all’indomani dei bombardame­nti dell’agosto 1943. La mostra si può vedere solo in abbinament­o al Cenacolo

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