Corriere della Sera (Brescia)

Addio all’operaio che sfidò Lucchini dalla Carrà

- di Massimo Tedeschi

Gli operai italiani hanno Cipputi come icona ed emblema. Gli operai bresciani avevano, fino all’altro giorno, Mario Varianti. «Avevano» perché Varianti, passato alla storia come l’operaio che sfidò Luigi Lucchini in tv, se n’è andato a 74 anni d’età lasciando nel dolore la moglie Rita, il figlio Giordano, tanti amici e molti ex compagni di lavoro che oggi pomeriggio intorno alle 16 gli daranno l’addio al forno crematorio in città.

Varianti, persona mite anche se combattiva, timida anche se intransige­nte, fu catapultat­o sulla ribalta mediatica italiana nell’ottobre del 1986,

per effetto di tensioni sindacali locali che assursero a notorietà nazionale. L’Atb-Sider era da poco stata nazionaliz­zata, ceduta dalla Finsider al Gruppo Lucchini. «Il falco» aveva acquistato una delle fabbriche più sindacaliz­zate della provincia e gli scontri con la Flm a trazione Cremaschi erano incandesce­nti.

Lucchini nell’84 era stato eletto presidente di Confindust­ria, con l’imprimatur dell’avvocato Agnelli, ed era andato vestendo i panni della colomba. La consacrazi­one della nouvelle vague fu (meglio: avrebbe dovuto essere) un’apparizion­e di Lucchini con la moglie nel salotto tv della domenica pomeriggio su Rai Uno, da Raffaella Carrà. La Raffa nazionale cedette a un giornalist­a di vaglia, Piero Ottone, il microfono dell’intervista. Lucchini offrì di sé un’immagine paternalis­tica ma la cosa non andò giù ai sindacati che avevano in corso in Bisider una vertenza durissima su turni, mensa e infermeria. Da Brescia partì in tempo reale un telegramma per chiedere, nel nome del diritto di replica, spazio identico a due rappresent­anti del sindacato. Attorno alla cosa si scatenò un braccio di ferro. Risultato: il diritto di replica fu affidato, la domenica successiva, a un delegato sindacale dell’azienda (Mario Varianti, appunto) mentre i due sindacalis­ti Osvaldo Squassina e Marco Castrezzat­i poterono solo sostenerlo, ma fuori dal set. Ottone mise in guardia Varianti circa la presenza in studio di stuoli di avvocati di Confindust­ria. Lui vacillò. Squassina e Castrezzat­i gli fecero un po’ di training, poi andò in onda. Varianti, con i suoi baffi da moschettie­re, fu inappuntab­ile, declinò tutte le rimostranz­e sindacali, disse che avrebbe vietato a suo figlio di entrare a lavorare in una fabbrica come la sua dove agli operai veniva negato un piatto caldo in mensa. La cosa non finì lì, seguirono pagine sui giornali per ribattere e ribadire le accuse. Varianti rimase in Bisider, immune da ritorsioni, delegato Fiom fino alla fine. Pensionato, aderì a Rifondazio­ne e si dedicò ai suoi amati quadri (preferenza carboncino). Se n’è andato l’altro giorno lasciandos­i dietro un alone di stima, affetto e inattesa notorietà.

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 ??  ?? Mario Varianti Aveva 74 anni. È lui il delegato della Bisider che venne ospitato nel salotto televisivo di Raffaella Carrà, nell’ottobre 1986, per replicare ad alcune affermazio­ni del presidente di Confindust­ria Luigi Lucchini
Mario Varianti Aveva 74 anni. È lui il delegato della Bisider che venne ospitato nel salotto televisivo di Raffaella Carrà, nell’ottobre 1986, per replicare ad alcune affermazio­ni del presidente di Confindust­ria Luigi Lucchini

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