«Più investimenti per ridurre le disuguaglianze»
«Per ridurre le disuguaglianze bisognerebbe investire molto di più nell’istruzione e invece è dagli anni ottanta che si va in direzione contraria». Ad affermarlo è Chiara Volpato, docente all’università Bicocca di Milano, domani a Brescia (ore 19, Cascina Maggia) per presentare il suo libro «Le radici psicologiche della disuguaglianza» uscito per Laterza e già arrivato alla seconda ristampa. «Nella mia esperienza diretta all’università ho visto troppi tagli — spiega l’autrice — mentre la Germania, dopo la crisi del 2008 ha aumentato molto gli investimenti in istruzione. E così hanno fatto tanti Paesi. Anche questo spiega le nostre
difficoltà ad uscire dalla crisi». La scuola come motore necessario per ridurre le disuguaglianze, sempre più crescenti: «Abbiamo una scuola sempre più diversificata, non solo per zone geografiche del Paese, ma ormai anche a livello di quartieri nelle singole città». E se l’università ha ancora tanti fiori all’occhiello, il problema è la fuga di tanti giovani dall’Italia, vera e propria emergenza mai sottolineata abbastanza: «Abbiamo tante eccellenze ma tanti ragazzi, finiti gli studi vanno all’estero. È un suicidio: noi li formiamo e poi li regaliamo agli altri». Il libro che viene presentato domani in Casci si sofferma sui meccanismi che perpetuano la disuguaglianza dalla «meritocrazia come mito sociale che si scontra con una realtà diversa» a quelli di «costruzione sociale dell’inferiorità». Se l’analisi è psicologica ed estremamente originale, le risposte devono essere plurime. L’istruzione, la conoscenza del fenomeno («c’è spesso una percezione distorta della disuguaglianza: molti non sono consapevoli del livello che hanno raggiunto») fino alle politiche pubbliche: «I trent’anni gloriosi dopo la seconda guerra mondiale sono stati caratterizzati da politiche che puntavano a ridurre le disuguaglianze. Anche oggi ci sono margini per ridurre le disuguaglianze» ( t.b.)