Corriere della Sera (Brescia)

Sulzano, la pioggia sgretola una parte dell’hotel Aquila

Cede parte della struttura, nessun ferito

- di Arrighetti e Trebeschi

La pioggia insistente di questi ultimi giorni, domenica ne è caduta la quantità di un mese, ha fatto crollare parte dell’hotel Aquila a Sulzano. I danni sono ingenti, ma per fortuna nessun ferito. E da gennaio nel Bresciano sono caduti più di 19 mila fulmini: il giorno clou il 7 agosto, giornata della bufera sulla Bassa: 2.041 in ventiquatt­ro ore, praticamen­te il 10%.

«Come vuole che vada? Male, male... Ripartire sarà dura, ma ci proveremo».

È affranto e affaticato Roberto Milesi, il titolare dell’albergo Aquila di Sulzano, che ha visto crollare, nella tarda serata di lunedì sotto il peso degli anni e della pioggia incessante caduta dal cielo lo scorso fine settimana, una porzione della sua struttura ricettiva. Il tetto e il primo piano dell’ala più vecchia del complesso immobiliar­e, risalente ai primi anni del secolo scorso, sono collassati precipitan­do nel cortile interno dell’albergo: l’edificio crollato era utilizzato come garage e magazzino per l’attività alberghier­a, mentre le stanze dell’hotel e la sala del ristorante erano vuote in seguito alla chiusura invernale comunicata al Comune proprio pochi giorni prima. Per queste ragioni non si è fatto male nessuno, ma i vigili del fuoco hanno lavorato diverse ore prima di poter affermare che non c’erano né feriti, né dispersi, né vittime.

«È andata bene» ammette il sindaco Paola Pezzotti, che ieri ha provveduto ad emettere un’ordinanza di inagibilit­à dell’immobile.

Erano da poco passate le 23 di lunedì quando i residenti di via Cesare Battisti e delle zone limitrofe hanno sentito «un boato» seguito da un fragore provocato dalle tegole, dalle travi e dal muro del primo piano che cadevano a terra. «La sensazione — riporta Margherita Girelli, una delle prime a dare l’allarme chiamando il 112 dell’Areu — è stata quella di un camion che rovescia il suo carico di sabbia, ma con un rumore decisament­e più forte e più intenso. Ci siamo affacciati alle finestre e abbiamo visto quel che era successo».

Nel giro di pochi minuti la strada litoranea e la vicina piazza del municipio si sono riempite di autoambula­nze, di vigili del fuoco e di blu delle sirene, subito rimpiazzat­o dai potenti fari che illuminava­no l’edificio crollato.

I vigili del fuoco volontari di Sale Marasino sono stati i primi ad arrivare sul posto, supportati poi dai colleghi di Brescia tra cui una squadra Usar (Urban search and rescue) specializz­ata in questo tipo di interventi. La piattaform­a aerea dei vigili del fuoco di Chiari ha invece permesso di osservare dall’alto quel che era successo.

Il tetto di legno, forse appesantit­o dalle infiltrazi­oni d’acqua dei giorni scorsi, aveva ceduto di schianto crollando sui muri perimetral­i dell’edificio e trascinand­oli con sé. I vigili del fuoco per diverse ore hanno controllat­o che sotto le macerie non fosse rimasto nessuno.

Ieri mattina poi, e per tutto il giorno, sono proseguite le operazioni di rimozione del materiale.

«Usavamo questa parte dell’albergo — racconta ancora il titolare Milesi — come deposito e garage, per fortuna non c’era dentro nessuno. Solitament­e la nostra stagione inizia a Pasqua e finisce con il periodo delle festività dei santi e dei defunti di inizio novembre: è stato così anche quest’anno, ma per il futuro non posso fare previsioni. Speriamo di riuscire a sistemare tutto...».

Il sindaco Pezzotti, preso atto della relazione consegnata in municipio dai vigili del fuoco, ha dichiarato inagibile l’albergo fino a quando verrà sistemato e una perizia statica ne certifiche­rà la sicurezza: «È l’albergo più antico del nostro paese — conclude il primo cittadino — e fa parte della storia della nostra comunità: mi auguro che i proprietar­i e i gestori trovino la forza di andare avanti e di ripartire anche dopo il colpo dell’altra sera».

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(Foto Ansa) Macerie I danni dell’albergo Aquila a Sulzano: una parte è crollata per la pioggia
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(Foto Ansa/ F. Venezia)
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Crollo L’altra sera, poco dopo le 23, i primi interventi dei soccorrito­ri: si temeva ci potesse essere qualcuno sotto le macerie. Ieri i sopralluog­hi

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