Corriere della Sera (Brescia)

Il gioco di Nek «Dopo 25 anni sono ancora qui»

Stasera al Dis_Play il cantante ripercorre tutta la sua carriera «Ogni sera una festa diversa»

- Di Andrea Croxatto a pagina

L’asticella dei concerti è sempre più alta, grazie a una carriera costruita in 25 anni di coerente lavoro, ottenendo una costante popolarità in Italia e all’estero. Così Filippo Neviani, in arte Nek, ha già scaldato i muscoli per «Il mio gioco preferito — European Tour» iniziato a Roma e pronto ad arrivare già rodato al Dis_Play Brixia Forum di Brescia stasera alle 21 (biglietti da 40 a 69 euro, info cipiessebs.it).

Dopo il grande successo dello scorso settembre all’Arena di Verona, Nek ha iniziato un tour di oltre 30 date nelle grandi città europee e nei principali teatri italiani. Con lui sul palco saliranno Emiliano Fantuzzi (chitarre e

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Antidoto all’odio Suonare al Bataclan è stato emozionant­e: l’unico modo per vincere l’odio è l’amore

tastiere), Luciano Galloni (batteria), Max Elli (chitarre), Silvia Ottanà (basso e synt). Più di due ore di concerto per circa 30 canzoni in scaletta, dalle intramonta­bili hit come Laura non c’è e Se io non avessi te, ai brani dell’ultimo album Il mio gioco preferito — Parte prima. Non mancherann­o sorprese coreografi­che, momenti pop esaltanti e altri in versione acustica, ma sempre con un pubblico adorante pronto a sostenerlo in ogni momento. Chiediamo a Nek cosa vuole dimostrare in questo ennesimo e ambizioso tour. «Il messaggio che la nuova sfida live vuole trasmetter­e è che ci sono ancora, dopo 25 anni, con una storia che mi permette di portare un repertorio di 30 canzoni sul palco, cosa difficile al

giorno d’oggi. Quindi, nonostante ogni mia canzone contenga e sviluppi un messaggio tutto suo, penso di poter riassumere l’intero tour in questo modo».

I suoi fan la seguono ovunque.

«Spero solo che durante i miei concerti le persone si divertano quanto me, che vivo ogni sera come se fosse una festa, e che una volta, finito lo show, abbiano voglia di tornare a vedermi».

Cosa può dire del tour e che impression­e le fa cantare davanti a una platea di almeno due generazion­i?

«Mi sono accorto che l’affetto continuo del pubblico mi stupisce sempre e dopo tutti questi anni ancora non riesco ad abituarmic­i. Ho deciso di inserire in scaletta — cercando di incontrare i desideri della platea —, tutti i singoli storici per rivivere insieme a loro la mia carriera; in più ho inserito qualche b-side e qualche pezzo che non suonavo da un po’ di tempo».

Un banco di prova è cantare nelle città europee: che ne pensa?

«Ne sono entusiasta: finalmente ho avuto modo di ricongiung­ermi con alcune capitali che mi hanno visto crescere, dalla Francia alla Germania e alla Spagna. Suonare e trovarmi in un luogo così simbolico come il Bataclan è stata un’emozione fortissima, ho sempre difeso la sacralità della vita e penso che l’unico modo per vincere l’odio sia rispondere con l’amore».

Ultimament­e tiene d’occhio la vetrina del festival di Sanremo...

«Nel 2015 fa ho sfiorato la vittoria con Fatti avanti amore, che è stato comunque un grande successo, come il brano di Mina da me reinterpre­tato Se telefonand­o. Però la mia carriera non si è mai basata su vittorie del festival, sono andato avanti senza».

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Filippo Neviani, in arte Nek, ha iniziato un tour che toccherà anche le capitali d’Europa
Pop Filippo Neviani, in arte Nek, ha iniziato un tour che toccherà anche le capitali d’Europa

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