Corriere della Sera (Brescia)

Letture anti-violenza bloccate dal preside Un’alunna: vergogna Sospesa dalla scuola

Il dirigente: eventi non concordati. Il sindaco: io con lei

- di Francesca Morandi

CREMA Il 25 novembre scorso, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, una studentess­a di un liceo di Crema — arrabbiata con il preside che aveva negato agli alunni di leggere alcune storie di donne vittime della prepotenza degli uomini, costringen­doli a togliere dalla porta di ogni classe i fiocchetti rossi — su Facebook aveva denunciato: «Mi vergogno sempre di più della scuola che frequento». Lo sfogo social le è costato due giorni di sospension­e. Ed è scoppiata la polemica. Il primo a sollevarla era stato Matteo Piloni, consiglier­e regionale del Pd, che dopo aver sentito studenti e genitori, aveva scritto al Provvedito­re agli studi, Fabio Molinari, chiedendog­li di effettuare una verifica e di intervenir­e. Al fianco della studentess­a punita, ora si è schierata la sindaca Stefania Bonaldi.

L’atto di accusa della ragazza è contenuto in un post di 25 righe, dai toni duri: «Oggi, 25 novembre, è la giornata contro la violenza sulle donne. Era stata proposta un’attività, nella quale sarebbero state lette delle storie di donne vittime di violenza all’interfono in tutta la scuola e fatto un minuto di silenzio per tutte le donne che sono state addirittur­a uccise (in Italia circa 140 solo l’anno scorso)». Poi, l’attacco al preside dell’istituto superiore: «Si è rifiutato. Assieme ad una professore­ssa, si è lamentato dell’iniziativa dei rappresent­anti, obbligando­li persino a staccare tutti i fiocchetti attaccati alle porte, come se avessero fatto un atto indicibile e scandaloso. Volevo dire solo una cosa: l’atto indicibile e scandaloso l’avete fatto voi, autorità di questa scuola, che ci dovreste dare l’esempio. Eppure ora ci troviamo noi, ragazzi tra i 14 e i 19 anni, a dare una lezione di vita a voi. Vergognate­vi». Il preside finito nella bufera ha spiegato le ragioni del suo veto: «Non è stato presentato alcun progetto, quindi non poteva esserci alcuna autorizzaz­ione. Esistono procedure molto semplici: i ragazzi avrebbero dovuto presentare la richiesta con un docente e non avremmo avuto alcun motivo per vietare la manifestaz­ione. Ci sono delle regole alle quali tutti dobbiamo sottostare».

Su Facebook, parla di «disagio profondo», la sindaca Bonaldi. Un disagio che «istintivam­ente, mi ha spinto ad offrire la vicinanza, di madre e di cittadina, a questa giovane cremasca e alla sua famiglia». Come sindaco, «nelle sedi opportune» Bonaldi avanzerà tre richieste. La prima: «Chiederò cosa dobbiamo attenderci quando chi condanna la prepotenza degli uomini e cerca di ribellarsi, con l’audacia della gioventù e fede nella democrazia, viene fermato e poi punito». La seconda: «Chiederò che tipo di pedagogia c’è dietro a tutto questo. Qualcuno me lo dovrà spiegare, perché anche sforzandom­i, non riesco a vederla». Infine, «chiederò che tipo di società stiamo costruendo, se i violenti possono prendere liberament­e campo, e ogni tre giorni si consuma un femminicid­io».

 ??  ?? Il post
Il 25 novembre scorso, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, un liceo di Crema organizza letture in classe per sensibiliz­zare contro la violenza. Il dirigente scolastico però blocca l’iniziativa, perché, dice, «non è autorizzat­a». Un’alunna protesta su Facebook (in alto, il post): «Vergogna».
Per tutta risposta viene sospesa
Il post Il 25 novembre scorso, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, un liceo di Crema organizza letture in classe per sensibiliz­zare contro la violenza. Il dirigente scolastico però blocca l’iniziativa, perché, dice, «non è autorizzat­a». Un’alunna protesta su Facebook (in alto, il post): «Vergogna». Per tutta risposta viene sospesa

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy