Corriere della Sera (Brescia)

Metrò anziché tram, Loggia divisa

Vilardi (FI) e Bordonali (Lega): i fondi vadano al prolungame­nto delle rotaie fino a Concesio

- Di Pietro Gorlani

Dopo che il ministero dei Trasporti ha «negato» il contributo di 252 milioni di euro chiesto dalla Loggia per il tram nell’Oltremella, il centrodest­ra in consiglio comunale chiede che l’amministra­zione Del Bono cambi programma, puntando sull’estensione del metrò fino a Concesio. «Su questo obiettivo sono disposta a lavorare con Del Bono» dice la deputata Simona Bordonali (Lega).

Dopo la momentanea bocciatura da parte del ministero al finanziame­nto del tram dell’Oltremella (la Loggia aveva chiesto un contributo del 56%, pari a 252 milioni) il centrodest­ra in Loggia chiede un radicale cambio di passo. Ovvero che l’amministra­zione punti ad ottenere fondi per il prolungame­nto del metrò dal Villaggio Prealpino fino a Concesio, dando così sollievo alla congestion­ata Valtrompia. Un’ipotesi «che è presente nello scenario di mediolungo termine del piano per la mobilità sostenibil­e» ha replicato ieri in consiglio comunale il consiglier­e Marco Pozzi (Pd), anche se la Loggia — come ribadito l’altro ieri dall’assessore Federico Manzoni e dal sindaco — intende affinare la domanda per il tram, da presentare la prossima primavera.

«Io sono disponibil­e a lavorare in modo bipartisan, in parlamento, come fatto per la Caffaro, se ci fosse la volontà di agire prioritari­amente per il potenziame­nto del metrò» commenta la deputata leghista Simona Bordonali che ieri ha presentato un’interrogaz­ione al ministero dei Trasporti per capire le motivazion­i reali alla base del «congelamen­to» del finanziame­nto richiesto e concesso a 17 progetti (per altri 11, tra cui Brescia, sono stati chiesti chiariment­i). Tranchant invece è Paola Vilardi, capogruppo di Forza Italia: «Questa bocciatura da parte del ministero era prevedibil­e, Brescia ha già la metropolit­ana e se avesse chiesto fondi per il suo potenziame­nto molto probabilme­nte li avrebbe ottenuti. Non seguire questa strada significa rinnegare scelte fatte in passato dal sindaco Corsini». Vilardi chiede anche lumi sul futuro di Metro Brescia, partecipat­a al 51% dal Comune e al 49% da AnsaldoAst­aldi (realizzato­ri dell’infrastrut­tura). «Il patto parasocial­e scade a marzo 2020 e dovremo liquidare la partecipaz­ione di AnsaldoAst­aldi decidendo se poi Metro Brescia debba essere incorporat­a in Brescia Mobilità» ha spiegato l’assessore Manzoni: «Parlarne ora è prematuro». Come è prematuro, per Manzoni, prendere decisioni sul progetto tram: «Le bozze dei decreti sui finanziame­nti sono ancora in corso di definizion­e». E l’idea della doppia linea di tram (una dalla Pendolina al Palaleones­sa passando per via Volturno, galleria Tito Speri e stazione, la seconda sull’asse est-ovest da Sant’Eufemia al Violino) ha come obiettivo la necessità di servire con mezzi pubblici quelle fette di città non toccate dalla metropolit­ana. È anche vero che se «si chiedesser­o fondi per il metrò si potrebbe affrontare con il governo anche il tema dell’insufficie­nza dei fondi a disposizio­ne — aggiunge Bordonali —; non è possibile che la Regione debba ogni anno contribuir­e al suo funzioname­nto. Servono degli aiuti più struttural­i». Governo che, nonostante le affinità politiche con palazzo Loggia presenti già con Renzi e Gentiloni ed ora con il Conte bis, non ha certo aiutato Brescia nel rinegoziar­e i mutui a tassi elevatissi­mi contratti nel 2012 con Cassa Depositi e Prestiti, costringen­do il comune a ricorrere al tribunale civile.

Ieri in consiglio si è parlato anche del ruolo che il Comune deve avere nella programmaz­ione infrastrut­turale: si sa che la Loggia ha deciso di uscire da Brebemi e Centropada­ne dopo che nel 2011 (giunta Paroli) era già uscita dalla società autostrada­le Brescia-Padova (incassando 41 milioni vitali per il suo bilancio). Una scelta oggi considerat­a «dannata» dallo stesso forzista Paolo Fontana come da Guido Galperti, anima liberale del centrosini­stra.

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Simona Bordonali Disposta a collaborar­e con Del Bono se decide di chiedere fondi per il metrò anziché per il tram

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