Picco furioso «La mia opera deturpata»
Bellearti lo aiuterà a trovare un nuovo spazio
Effetti collaterali del raptus igienico: fachiri d’artista involontariamente castrati, telefonate al cianuro e successive riappacificazioni.
Gabriele Picco si è un po’ piccato: Frank, il fachiro lungo 12 metri e stravaccato su 57 mila coni gelato (ormai scaduti) che l’artista aveva portato nella Crociera di San Luca l’anno scorso — e per cui da tempo si pensa a un trasloco in altra sede — è stato amputato di braccia, gambe e parti intime. L’attentato (non premeditato) è successo l’altro giorno, quando l’associazione Bellearti ha dato una ripulita allo spazio con un arsenale di scope e bidoni della spazzatura. La pulizia della Crociera era sacrosanta: sgranocchiati dai topi e bagnati dall’acqua che filtrava dal tetto, i coni sono marciti. Per questo, Massimo Minini e i soci di Bellearti hanno fatto un blitz e buttato le parti commestibili dell’opera in 125 sacchi della spazzatura. Il problema è che, a causa delle ramazze, Frank — che ha un corpo di polistirolo — ha iniziato a perdere pezzi.
«Ero stato informato del fatto che avrebbero buttato i coni, e su questo non c’erano problemi — fa sapere Picco — ma non pensavo che il fachiro sarebbe stato smembrato». Ovviamente, non era previsto nemmeno da Bellearti: «Il fatto è che avrei dovuto essere presente, supervisionare: è la mia opera, peraltro finanziata da un collezionista francese (pare costi 100 mila euro, ndr). Vorrei decidere io da chi farla smontare e seguire di persona l’operazione».
Premessa: a febbraio 2018, per la mostra Dovrei smettere di origliare le falene — allestita per la rassegna Meccaniche della meraviglia — l’artista aveva portato in Crociera Buddha imbottiti di ansiolitici, monumenti ai cavalli tristi e, appunto, Frank. A maggio, dopo il finissage, la Loggia avrebbe dovuto decidere dove far traslocare l’inquilino extralarge, il fachiro, e l’opera equina: Picco li ha lasciati in prestito alla città. Finora, tuttavia, non è ancora stato trovato un indirizzo. «Al momento non so dove si possano mettere — dice Picco —, ma sono in buonissimi rapporti con la Loggia e Albano Morandi (che ha organizzato la mostra, ndr). Penso sia opportuno cercare un deposito in cui mettere Frank in attesa di decidere un’altra collocazione». Dopo l’amputazione imprevista, Massimo Minini gli ha assicurato che Bellearti lo aiuterà a trovare un nuovo spazio per Frank. E a riattaccargli gli arti.