Chi si salva
A metà campionato lottano 10 squadre Rischiano in quattro
Si salvi chi può. E stavolta, al giro di boa, nella mischia sono dentro tutte. Nessuna esclusa. Rispetto al recente passato, la quota salvezza (da sempre indicata attorno ai 40 punti) pare essersi abbassata. Ma non si intravede la squadra materasso già pronta a sfilarsi. La Spal è tra le protagoniste del mercato di riparazione, che chiude tra 16 giorni: del resto è appena due punti dietro a Brescia e Genoa, che la precedono, accomunate da una sentenza — la retrocessione — scritta per ora solo in matita. Le tre pericolanti guardano al Lecce, la più abbordabile, la più vicina ad essere agganciata. Ma ci sono almeno altre sei società che non possono dirsi al sicuro.
Verona
La squadra rivelazione, che riesce a fare 25 punti (con una gara in meno) nel girone d’andata giocando senza una punta di ruolo. Il capocannoniere, Di Carmine, di reti ne ha realizzate tre. Davano tutti per spacciato l’Hellas. E il suo allenatore, Juric, il segreto del successo. La classifica dice che può puntare all’Europa League, i precedenti (stagione 2001-02) invitano alla prudenza. Massima.
Udinese
In grande ascesa, reduce da tre vittorie consecutive, si è tolta dalla mischia ritrovando ordine tattico (grazie al tecnico Gotti) e giocate dei singoli (De Paul e Musso) dopo un periodo di appannamento. Il Brescia al Friuli vinse senza rischiare nulla, ma questa pare un’altra squadra. Con 24 punti è tranquilla, eppure non può ancora permettersi di rallentare.
Bologna
Quando vinse 4-3 al Rigamonti, nel famigerato esordio casalingo delle rondinelle, sembrava pronta a giocarsi un posto in Europa. Non è stato così, ma gli alti e i bassi del gruppo sono andati in parallelo con la presenza (e l’assenza) del suo allenatore, Sinisa Mihajlovic, impegnato in una battaglia ben più dura. Hanno punti (23) e potenziale offensivo per rimanere alla larga dalle sabbie mobili.
Fiorentina
Non dovrebbe essere nel calderone, ma ci è cascata ancora. Come l’anno scorso, come tante altre volte nella storia della Viola, che era attesa a un anno di transizione ma sta impiegando troppo tempo per raggiungere un livello adeguato agli investimenti della nuova proprietà. La cura Iachini, 4 punti in 2 gare, funziona. Trattasi però di squadra giovane, che può soffrire i cali di vento.
Sampdoria
Partita malissimo, si è raddrizzata in tempo e se ne è accorto domenica anche il Brescia. Ranieri ha messo a posto i cocci di una rosa mal assemblata, eppure in grado di andare oltre il minimo sindacale quando va in campo con il 4-4-2. Il +5 sulla zona calda è risicato. Se la difesa regge e Quagliarella torna a segnare, raggiungerà a breve la riva.
Sassuolo
Gioca bene, ha una rosa dal potenziale europeo. Però è lì a sgomitare, a pari punti con la Samp. Sembrava impossibile dopo il 2-0 nel recupero al Rigamonti: le successive, sfortunate, cadute con Napoli e Genoa hanno mandato in tilt il sistema fino al black out di Udine. L’anno scorso vissero una crisi simile, verso marzo. Ne uscirono. Ora devono sfidare in anticipo freddo e paura.
Lecce
I più sorprendenti per mesi, ora i più in difficoltà, anche se oggi sarebbero salvi. La squadra di Liverani ha perso le ultime quattro gare, gli infortuni non hanno agevolato ma la frenata è stata brusca proprio quando il calendario sembrava finalmente in discesa. La buona idea di gioco ha sopperito a lungo alle carenze dell’organico: senza rinforzi, invertire la tendenza sembra complicato.
Genoa
È finito nella zona pericolo perché non ha imparato dagli errori del passato: un mercato interessante ma poco razionale, i soliti tre allenatori alternatisi già prima di San Silvestro. Nicola avrà bisogno di tempo per fare sua la squadra, il ribaltone a Verona ha dimostrato che il 2-1 con il Sassuolo era stato sporadico. Senza quei punti, però, sarebbe ultimo da solo.
Brescia
Le montagne russe della prima parte di stagione non si devono alle bizze di Balotelli, bensì a un mercato poco omogeneo e al cambio in panchina, breve ma deleterio. Le rondinelle hanno impiegato poco a ritrovarsi, con il ritorno di Corini: si sono tuttavia smarrite con altrettanta velocità. Il calendario strizza l’occhio all’ottimismo: dieci gare casalinghe (anche se è la peggiore, con il Lecce, per rendimento interno) e le big da affrontare sul loro campo. Il cambio di ritmo non può aspettare: la freccia sul Lecce va messa già domenica.
Spal
Ultima sì. Condannata no. Lo dicono i numeri. Non solo quell’aria battagliera che la squadra di Semplici, mai in discussione, timoniere della rinascita ferrarese partita dalla Serie C, ha dimostrato anche nelle sconfitte. Come l’ultima a Firenze, immeritata. Petagna è tra i migliori bomber delle pericolanti. Gli manca una spalla. E va ritrovata una consistenza difensiva perduta. Brutto calendario nelle prossime partite, per non perdersi del tutto dovrà andare oltre all’ordinario. Stavolta non può bastare.