Una vena contemporanea per la Collezione Paolo VI
Parte nel segno del dialogo con l’arte contemporanea la nuova stagione della Collezione Paolo VI a Concesio, ricca di proposte culturali.
Dal 25 gennaio è visitabile fino al 7 marzo la mostra dedicata allo scultore Floriano Bodini, nato nel 1933 e artisticamente figlio dell’Accademia di Brera. La personale valorizza le sue numerose opere, patrimonio del museo ma non collocate nel percorso permanente, per ragioni di spazio. Prestigioso il ciclo delle sue grandi opere pubbliche, tra cui il monumento Paolo VI per il Duomo di Milano, quello ai caduti sul lavoro della città di Carrara, il presbiterio di San Pietro nelle Grotte Vaticane, il Ritratto di Papa Paolo VI in Sala Nervi in Vaticano. In occasione di quest’esposizione, sabato 22 febbraio è in calendario il primo incontro del ciclo per le famiglie, in collaborazione con i servizi educativi di alcune realtà museali.
L’altro atteso particolare allestimento vedrà esposte in primavera le opere vincitrici dei finalisti del Premio Paolo VI 2019-2020.
L’attenzione è rivolta in modo specifico ai giovani emergenti e al tema della spiritualità. I lavori dei diversi artisti saranno visibili dal 28 marzo al 10 giugno: il vincitore avrà il merito di essere protagonista di una personale il prossimo anno.
Dalla mostra d’arte il percorso culturale avanza verso i cicli di OperAperta, dei Registi dello Spirito e di Lògos: il primo consiste in una serie di incontri mensili che conferiscono valore al patrimonio artistico della Collezione (un artista o un’opera); il secondo nell’appassionante cineforum con lezioni che focalizzano l’opera degli autori cinematografici attenti al lirismo e alla spiritualità: si parte sabato 8 febbraio da Clint Eastwood (dettagli al sito www.collezionepaolovi.it).
E di fatto la Collezione Paolo VI è punto di riferimento per l’arte contemporanea legata al sacro «a livello regionale e nazionale». Lo mettono in luce i numeri dei visitatori negli ultimi tre anni, triplicati: «Il 2019 si è chiuso con oltre 6.200 presenze, segno che la direzione intrapresa è quella giusta — ha sottolineato il direttore Paolo Sacchini —. Puntiamo per il 2020 sia a iniziative consolidate come gli appuntamenti dedicati a temi specifici sia alle novità, ad esempio il progetto per i Grest, che congiunge l’aspetto ludico a quello formativo, ricordando l’attenzione di Paolo VI per i giovani».
Il ventaglio di proposte legate dal denominatore comune della spiritualità racconta di un museo che guarda al territorio e con esso collabora, a partire dalle scuole primarie.