Sos di Colosio: «Ora ci aiutino a capire i rischi»
La nuova ordinanza sindacale che porta a dieci gli ortaggi coltivabili negli orti privati solleva i dubbi dei rappresentanti di quartiere: «Se la pericolosità c’è, e sono convinto ci sia, perché si inserisce questa deroga?» si chiede Paolo Colosio, presidente del consiglio di quartiere Chiesanuova, e aggiunge: «L’ordinanza vieta la lavorazione del terreno ma allo stesso tempo la consente per i privati. Legittima quello che fino ad oggi è stato illegittimo, anche se tutti hanno continuato a coltivare il proprio pezzo di terra. E solo oggi sono state introdotte modifiche al testo dell’ordinanza che aggiungono precauzioni alle modalità di coltivazione». Ed il fenomeno diffuso della negazione del problema? «Il concetto seguito è semplice — aggiunge Colosio — la gente si dice: ‘Se l’abbiamo sempre fatto e siamo ancora qui significa che non succede nulla. Non c’è consapevolezza». Colosio riprende un altro aspetto: «Stiamo ancora aspettando di conoscere i risultati dell’analisi del rischio, che doveva già essere pronta. È un passaggio fondamentale ma ancora non è arrivata». Michele Fabbri, presidente del quartiere Primo Maggio vede più confusione che preoccupazione : «Si vuole capire quali saranno i prossimi sviluppi, si parla molto del futuro delle aree agricole e Ci sono pareri diversi anche sui rischi per la salute; questo non aiuta ad avere consapevolezza del problema. Le bonifiche delle aree pubbliche hanno forse allontanato la percezione del pericolo: non c’è più il simbolo del parco chiuso che ti ricorda di essere in una zona a rischio. Anche se da anni sappiamo di trovarci in un’area inquinata. Ma in un paese civile la convivenza con i veleni non si può accettare». Per fare un po’ di chiarezza a breve, in entrambi i quartieri, si terranno incontri pubblici informativi. (ni.or.)