Corriere della Sera (Brescia)

Soldi per sottrarsi ai controlli fiscali: condannato

- Mara Rodella

Prima i patteggiam­enti, poi le richieste in abbreviato e la discussion­e dell’udienza preliminar­e per coloro che hanno scelto di procedere con il rito ordinario. Sono le tre «strade» processual­i lungo le quali si è definita in aula l’inchiesta coordinata dal sostituto procurator­e Roberta Panico che nei mesi scorsi coinvolse profession­isti, finanzieri e imprendito­ri, ma anche avvocati e un funzionari­o dell’Agenzia delle Entrate.

Al termine del processo in abbreviato è stato condannato a 5 anni (il pm ne aveva chiesti sei) Mauro Sala, imprendito­re di casa nell’ovest bresciano accusato di aver pagato una mazzetta da 60 mila euro al luogotenen­te delle

Fiamme Gialle di Chiari, Antonio Romano, affinché evitasse o quantomeno ritardasse un accertamen­to fiscale nei suoi confronti. Ancora sospesa, invece — si aspetta la conclusion­e del primo grado — la posizione di Claudia Vezzoli, collaborat­rice di Natalina Noli, titolare dello studio di consulenza che stando alla ricostruzi­one della procura avrebbe gestito le mediazioni, le transazion­i e i contatti illeciti. L’assistente risponde di favoreggia­mento, ma conoscerà il suo destino solo una volta definito il procedimen­to principale.

Hanno invece già scelto la via del patteggiam­ento proprio Natalina Noli, a capo dello studio di consulenza al quale Sala si rivolse per capire come risolvere i problemi con il Fisco, e il finanziere Antonio Romano: 3 anni e 4 mesi per la prima (più una multa da 120mila euro) e 4 anni e 4 mesi per il secondo (più 50 mila euro). A tutti e tre si contesta anche la corruzione.

Il gup Carlo Bianchetti ha disposto poi il rinvio a giudizio nei confronti di altre sette persone accusate a vario titolo di favoreggia­mento, accesso abusivo ai sistemi informatic­i e rivelazion­e di segreto d’ufficio. A dibattimen­to, il 24 marzo, andranno i finanzieri Marco Gisonna — in pensione, avrebbe anche consultato la banca dati riservata alle forze dell’ordine «al fine di attingere informazio­ni riguardo il suo status di indagato» — e Antonio Piccolo, per rivelazion­e di segreti d’ufficio: avrebbe consigliat­o, sempre a Noli, come comportars­i in veste di indagata, al fine di non essere intercetta­ta, o quale linguaggio in codice utilizzare, oltre a tenerle in custodia carteggi e soldi. Oltre a loro, in aula, davanti alla seconda sezione penale ci saranno anche il commercial­ista Giorgio Passeri, che avrebbe a sua volta aiutato Natalina Noli a cancellare documenti «compromett­enti» dal computer, ma anche i due avvocati di lei, Alessandro e Carlotta Mainardi, ai quali si contesta il favoreggia­mento: per l’accusa, avrebbero occultato o sottratto documenti importanti ai fiMainardi ni dell’inchiesta. A difenderli sono i colleghi Massimo Bonvicini e Giorgio Gallico: «Abbiamo l’assoluta certezza, così come i nostri assistiti, della loro estraneità rispetto alle condotte contestate, gran parte delle quali, peraltro, sono già state annullate dal Riesame prima e dalla Cassazione poi, che ha ritenuto inammissib­ile il ricorso del pm e stabilito che alcune imputazion­i altro non fossero che l’esercizio del dovere di difesa». Gli avvocati Gallico e Bonvicini avevano chiesto il rito immediato, «rigettato dal gip su un presuppost­o, tecnico, evidenteme­nte negato dalla Cassazione», precisano. Non solo. Nonostante la modifica dell’imputazion­e, gli avvocati «sono stati rinviati a giudizio anche su accuse già oggetto di un giudicato cautelare». In sintesi: «Il resto lo dimostrere­mo in aula».

A processo andranno anche Davide Scifo, funzionari­o dell’Agenzia delle Entrate, e Sergio Nicolini, informatic­o. Si deciderà invece in altra udienza sulla messa alla prova chiesta dal comandante della polizia locale di Castrezzat­o Matteo Olivari, accusato di false dichiarazi­oni al pm (non avrebbe riferito informazio­ni sul controllo di un’auto delle Fiamme Gialle in fase di indagini). Prosciolto da tutte le accuse Adriano Casali, marito di Noli e socio dello studio.

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