Smog, allargati i divieti Oggi duello sui negozi
Diesel Euro 4 fermi nell’area metropolitana. Sala: dubbi sul blocco totale
Una piccola tregua (forse) arriverà tra stasera e domani. La cappa di veleni che sta asfissiando la città da ormai dieci giorni dovrebbe alleggerire per un attimo la sua presa. Il passaggio di una perturbazione proverà a spezzare la serie nera. Dopo l’accelerata del Comune, che ha anticipato di due giorni le misure, lo stop ai diesel fino alla categoria Euro 4 si allarga a tutta l’area metropolitana. È in questo scenario d’emergenza (anche se non è una novità per Milano) che oggi Beppe Sala si confronterà con dirigenti e tecnici comunali per affrontare uno dei tanti aspetti dell’allarme climatico. Sul tavolo del sindaco c’è il dossier sulle porte aperte degli esercizi commerciali, pratica su cui il Comune è determinato a intervenire. La soluzione potrebbe essere imporre l’installazione delle «lame d’aria», i dispositivi che creano una barriera continua d’aria che in base agli studi limiterebbe la dispersione energetica. Ma non è escluso ci sarà dell’altro. «La decisione deve essere poco politica e molto tecnica — spiega Sala —. Cioè, quello che ho capito è che le porte aperte sono un danno. Che anche le porte che si aprono e chiudono in continuazione possono esserlo. Per cui, le lame d’aria possono essere una soluzione».
La cappa di inquinamento
Le centraline proseguono a registrare, giorno dopo giorno, l’inizio da incubo del nuovo an
no. Con i valori di mercoledì (gli ultimi disponibili), 82 microgrammi di Pm10 per metrocubo d’aria, ben oltre i 50 consentiti, si allunga a dieci la striscia nera iniziata ufficialmente il 6 gennaio, ma che in realtà si può far partire almeno da Capodanno. Da due giorni, in solitaria, in città sono scattate le misure di secondo livello dell’«accordo aria». Cosa che la Regione ha allargato a tutta la provincia solo da oggi. Ferme le vetture a gasolio fino alla categoria Euro 4, dalle 8.30 alle 18.30 per i privati, solo fino alle 12.30 per i mezzi commerciali, e temperature bloccate a 19 gradi in case e negozi.
«Faccio fatica a comprendere perche si debba essere su fronti diversi: se l’inquinamento c’è, c’è. Non è un tema di destra o di sinistra — commenta il sindaco —. A volte noi e la Regione non sembriamo allineati, ma così ci esponiamo solo alle critiche dei cittadini». In questa battaglia, Sala risponde «con tutte le azioni che stiamo facendo», a partire dalla maxi Ztl anti diesel Area B, escludendo però misure drastiche: «Capisco che la mia risposta prefigura un miglioramento nel medio-lungo periodo, ma nel breve non ci sono altre soluzioni: o blocchiamo totalmente il traffico, opzione su cui ho molte perplessità ed è l’estrema ratio, però qualcosa bisogna pur fare».
Il fronte con i commercianti
Nel ventaglio di contromisure, il sindaco inserisce anche l’intervento allo studio sulle porte aperte dei negozi. È battaglia antica su cui la maggioranza aveva chiesto in aula una soluzione oltre due anni fa. Oggi un vertice con gli assessori e i tecnici proverà a definire come procedere, dopo aver approfondito lo studio commissionato ai ricercatori della Rse che ha individuato nelle «lame d’aria», che permetterebbero un taglio del 40 per cento della dispersione energetica rispetto alle semplici ante spalancate, il giusto compromesso. «Se però sono una soluzione — sottolinea sempre Sala — bisogna capire in quanto tempo si può mettere in campo, perché il problema c’è. Chiedo ai commercianti un atto di buona volontà e che loro ci offrano una proposta per cui in tot mesi si arrivi a sistemare i negozi».
Da Confcommercio fanno notare che l’accordo ci sarebbe già: l’obbligo per i negozi che vogliono tenere le porte spalancate di dotarsi di «lame d’aria». Con tempi diversi: rapidi per i locali oltre gli 80 metri quadrati, più lunghi per i «piccoli» e per chi sta in periferia, e aiuti agli esercizi danneggiati dai cantieri. La forma dovrebbe essere un’ordinanza, da inserire poi nel «piano aria clima» in cantiere.
Il flash mob verde
Per ricordare alla giunta l’urgenza, il variegato mondo ambientalista tornerà oggi in piazza Scala e chiederà l’obbligo di chiudere le porte. «Un atto civico a difesa della salute di tutti — dice il pd Carlo Monguzzi —. Le lame d’aria non servono che ad attenuare uno spreco inutile». L’argomento è spinoso. Dopo la protesta green per il taglio degli alberi del parco Bassini, l’ala più ecofriendly della maggioranza scalpita. Contro le «lame d’aria» si schierano in molti. Per il dem Aldo Ugliano «non possono essere la soluzione». È dello stesso avviso il gruppo di Milano progressista e il Verde Enrico Fedrighini. È più dialogante il capogruppo pd Filippo Barberis: «Il nostro obiettivo è contenere il consumo energetico legato alla pratica delle porte aperte. Sulle modalità ci confronteremo, anche con i commercianti».
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