Rifiuti, va estesa la tariffa puntuale
L’appello Per il Broletto sconti solo in 33 paesi
Brescia è tra le prime province italiane per percentuali di raccolta differenziata: nel 2018 ha superato il 76 per cento, in crescita del 2,3 per cento sull’anno precedente. Purtroppo però cresce anche la quantità di rifiuti prodotti, in barba alle norme stabilite a livello nazionale ed europeo. Per contrastare questo fenomeno la Provin- cia di Brescia ha messo a punto una strategia: incentivare l’adozione della tariffazione puntuale, che premia i cittadini più «ricicloni» e costa anche meno. Grazie ai 100mila euro di contributi stanziati dal Broletto nel 2018 i Comuni che hanno adottato questo sistema sono passati da 22 a 33 . Brescia l’ha rinviato al 2021.
In tema di rifiuti urbani va fatto un plauso ed un rimprovero ai bresciani. Sono sempre più virtuosi nella raccolta differenziata, tanto che la media provinciale nel 2018 è salita del 2,3% attestandosi al 76,44%. Ma nelle nostre case è aumentata la produzione di immondizia del 3,8% (da 634mila a 660mila tonnellate) andando in direzione contraria alle norme europee e nazionali.
Servono regole più stringenti per ridurre all’origine gli imballaggi, come hanno ricordato ieri i vertici dell’ente Provincia ed i dirigenti del settore Ambiente. E vanno applicati i metodi di raccolta rifiuti più efficaci: il «porta a porta spinto» è il migliore, meglio se con tariffa puntuale. Consiste nell’alleggerire le bollette dei cittadini che riciclano di più. Questa la strada maestra che vuole seguire il Broletto: «I paesi con tariffazione puntuale nel 2018 erano 33, ovvero 11 in più dell’anno precedente — ha ricordato il presidente Samuele Alghisi — grazie anche agli incentivi stanziati dalla Provincia, 100mila euro». Un punto dirimente, questo, anche per la città (la tariffazione puntuale è slittata al 2021). È vantaggioso per le tasche del contribuente: il costo pro capite della raccolta rifiuti per le utenze domestiche è di 74 euro: scende a 58 euro in quei Comuni (lo ripetiamo, 33 su 205) che applicano la tariffa puntuale (la maggior parte si trovano nell’Ovest bresciano, nel raggio d’azione dell’ex Cogeme oggi Lgh). Servirebbero più aiuti per incentivare questo passaggio virtuoso. La Provincia non prende più contributi dal termovalorizzatore, che avrebbe potuto utilizzare con questo fine. Come se non bastasse Arera, l’autorità di regolazione di energia, reti e ambiente, «sta introducendo norme che rendono difficile l’applicazione della tariffazione puntuale» aggiunge Alghisi. Certo, già oggi il costo dello smaltimento dei rifiuti nel Bresciano è tra i più bassi d’Italia, grazie anche all’abbondanza di ditte di recupero e alla presenza del termovalorizzatore più grande d’Italia che brucia 721mila tonnellate l’anno, di cui solo il 38% prodotte nel Bresciano (155mila ton di rsu, 92mila ton di rifiuti speciali e 23mila di fanghi della depurazione). Tra gli impianti però «mancano quelli per il trattamento dell’organico e del verde — ricorda il vicepresidente Guido Galperti — per questo è necessaria la realizzazione dell’impianto A2A di Bedizzole che trasformerà in biometano 70 mila tone l’anno di umido». Impianto che si dovrebbe sbloccare con la conferenza dei servizi decisoria di fine febbraio (è giacente anche la domanda di Agrinatura a Leno). Per ridurre i rifiuti sono fondamentali anche le scelte etiche dei singoli: «Ogni anno un bresciano produce in media 72kg di umido e 84kg di verde — spiega Stefania Faini del settore Ambiente — se si installassero in casa dei composter questi quantitativi si ridurrebbero, la gente avrebbe concime per il giardino e avremmo meno camion per la raccolta sulla strada». Già.