LA RICETTA PER SALVARE LA STAGIONE
Il turismo è in ginocchio. Inutile che ci giriamo intorno. L’emergenza corona virus ha colpito duro anche nella nostra provincia: aldilà degli annullamenti di questi giorni, pressoché totali, il terrore degli operatori del settore è che si blocchino definitivamente le prenotazioni. Il primo banco di prova sarà la Pentecoste, a fine maggio: è il tradizionale trampolino di lancio per la stagione sui mercati di lingua tedesca e nello stesso tempo una fonte non indifferente di entrata per gli operatori. Spesso la «qualità economica» di una stagione dipende da una Pentecoste fortunata visto che in particolare dalla Baviera e dal Baden -Württemberg si mette in moto un flusso di turisti diretti al Gardasee, sul lago d’Iseo, Idro, in Franciacorta e nelle valli. La situazione critica è sotto gli occhi di tutti e, si dirà, colpisce, oltreché naturalmente il comparto industriale, anche il commercio, la ristorazione, i servizi. Vero. Ma mentre ristoranti e bar potranno ripartire con una certa velocità quando, auspicabilmente le cose si saranno sistemate (e il problema saranno gli indennizzi) alberghi, campeggi e le strutture extralberghiere si trascineranno per tutta la stagione la coda delle mancate prenotazioni, solo parzialmente ristorata dai viaggi last minute. Ma come far fronte a questa vera e propria calamità e come cercare di ripartire ? In questi giorni molti Enti pubblici del settore turistico ed operatori privati stanno pianificando campagne per cercare di arginare la valanga e porre le basi per un recupero anche parziale.
Azzeccare la tempistica in questi casi è essenziale: se si parte troppo presto si rischia di buttar soldi, vista la chiusura di molte tratte aeree, in particolare dal nostro scalo di riferimento e cioè Orio al Serio, nella vicina provincia bergamasca. Se si attende si rischia di arrivare lunghi, quando già i concorrenti si saranno mossi. Il nodo centrale è rappresentato dal mercato estero: lo scorso anno su 10 milioni e 400 mila presenze di turisti nella nostra provincia, 7 milioni e mezzo sono state di stranieri.
La sensazione è che una parte di questo flusso sia fortemente a rischio, anche e soprattutto perché dipende in larga parte dalle tratte aeree. E allora, forse, sarà utile concentraci, nell’immediato, sul turismo interno che, nell’auspicabile eventualità che l’emergenza possa rientrare nel giro di qualche settimana, potrebbe ripartire con maggiore celerità. Confidando anche nella voglia di evasione dalle città che si manifesterebbe e dalla contemporanea scelta di vacanza autarchica, tipica delle situazioni di crisi. Insomma invitare gli Italiani a riscoprire la nostra provincia, per compensare le probabili defezioni di Herr Muller.