Corriere della Sera (Brescia)

«Brescia ora ci preoccupa»

L’assessore Gallera lancia l’allarme. I contagi salgono ancora: in serata erano a quota 960, i morti sessanta

- Matteo Trebeschi

I dati sull’epidemia di coronaviru­s assumono sempre di più una connotazio­ne da bollettino di guerra. In serata il numero dei contagiati a Brescia avevano raggiunto quota 960 con un incremento di 460 nuovi casi che ha quasi raddoppiat­o il dato registrato fino a ieri. Salito anche il numero dei decessi che dai 55 di ieri a mezzogiorn­o in serata, secondo le ultime stime prima di andare in stampa, si attestavan­o attorno alle 60 vittime con numerose persone ancora in condizioni critiche.

La situazione bresciana è, con quella della provincia di Bergamo, quella che agita di più le autorità sanitarie lombarde. «Brescia ci preoccupa» ha detto Gallera nel corso della consueta conferenza stampa pomeridian­a guardando l’escalation dei contagi che, secondo gli esperti bresciani, sono destinati a salire ancora visto che il picco è atteso nei prossimi giorni. Intanto tutta la provincia è mobilitata.

Gli esperti ripetono che i contagi continuera­nno ad aumentare almeno per 7-10 giorni. Si assiste oggi all’emergere di infezioni contratte nei giorni precedenti: a Orzinuovi il bilancio dei malati cresce da 54 a 73, a Manerbio aumenta da 14 a 23 casi, poi c’è la città capoluogo che vede il numero dei “positivi” passare dai 79 di domenica ai 141 di ieri. Ma il resto della provincia non è immune, nemmeno il Garda. Complessiv­amente, nel Bresciano i positivi passano dai 505 casi di domenica agli 806 di ieri mattina (all’una del pomeriggio). Ma già verso sera il dato registrava 960 positivi, con circa cinquemila persone in isolamento volontario. I decessi sono 55, ma i pazienti gravi — quelli ricoverati in terapia intensiva — sono diverse decine, tanto che in serata si parlava di una 60ina di decessi: questo “bollettino di guerra” conta 20 pazienti nei letti di Rianimazio­ne della Poliambula­nza e più di 30 in quelli del Civile. «Siamo riusciti ad aggiungere altri otto letti di Terapia intensiva: sei al Civile e due a Montichiar­i, per un totale di 39 posti solo per i casi positivi al coronaviru­rs» spiega il direttore Marco Trivelli. Ora è una corsa per comprare nuovi respirator­i: un sostegno importante, su questo fronte, è arrivato da alcune imprese private che hanno donato 200 mila euro alla Fondazione Spedali Civile, mentre altri arriverann­o dalla raccolta lanciata dalla Fondazione Comunità bresciana. In parallelo, l’Asst si sta organizzan­do per non far mancare i posti di rianimazio­ne per le altre emergenze (ictus, infarto e traumi): entro domani «questi letti non saranno più 12 ma 18» assicurano dal Civile. La flessibili­tà struttural­e c’è, «ciò che manca sono i medici», sottolinea Trivelli. Nel frattempo, gli ospedali più grandi della Lombardia sono chiamati ad un’altra sfida: centralizz­are tutte le emergenze. La Poliambula­nza sarà «hub» della cardiochir­urgia nel bresciano, il Civile invece dovrà gestire politraumi, interventi urgenti di neurochiru­rgia e ictus per la Lombardia orientale. Gli infarti invece saranno gestiti insieme tra Poliambula­nza e il Civile, come un ospedale unico. La sfida è «costruire questa rete nelle prossime 48 ore» spiega Trivelli. Nel frattempo gli Spedali Civili hanno raggiunto i 347 pazienti positivi al coronaviru­s: un aumento vertiginos­o che rischia di saturare il sistema. Da domani intanto riprendono le vaccinazio­ni, ma l’Asst le garantisce solo per i bambini da zero a 15 mesi.

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(Foto Ansa/ Filippo Venezia) Gestire le criticità Un operatore nelle tende di triage dell’Ospedale Civile realizzate per filtrare gli accessi al pronto soccorso

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