Katia, la prima dottoressa in remoto alla Statale
Sessione di laurea online alla Statale di Brescia Il rettore: faremo festa tutti insieme quando si potrà Giovedì e venerdì anticipano per Infermieristica
Sul sito dell’università statale scorrono le immagini della cerimonia per la laurea Honoris Causa a Manlio Milani. Era il 17 febbraio, in un Teatro Grande colmo di persone per omaggiare il presidente della Casa della Memoria. Ieri, a poco più di due settimane da Codogno e dalla diffusione del coronavirus in Lombardia e in mezza Italia, le sessioni di laurea per gli studenti di Biotecnologie mediche si sono svolte on line. Non poteva essere altrimenti, vuoi per rispetto della norma vuoi ancor più per diffondere ulteriormente le misure di cautela necessarie.
La commissione è riunita in aula a debita distanza, le laureande sono a casa. Un programma per le video conferenze permette il dialogo. Katia Bosio, 26 anni, è la prima a discutere la sua tesi finale on line. Sulla sua pagina facebook ci sono ancora le immagini in primo piano della sua laurea triennale, nel 2017: «Questa volta invece ero in cucina — sorride —. È stato molto diverso ma assicuro che l’emozione è stata tanta comunque: anche dietro uno schermo, online, si può essere agitati».
La situazione non è semplice, è la prima volta anche per l’università che le lauree si discutono online. Tutto, a parte un piccolo problema iniziale di connessione, va via liscio. Katia all’inizio vede solo la sua presentazione in power point o poco più, verso la fine si svelano anche i componenti della commissione. Il titolo della tesi lo citiamo, per ricordarci che il mondo è complesso: «Analisi del differenziamento osteogenico di cellule staminali umani scaffolds hydrogelchitosano bioingegnerizzati». A suo modo, nella discussione online, la sensazione di vedere un video su youtube di carattere scientifico.
«All’inizio è stato strano ma poi non è stato un grande problema — spiega —, ero comunque molto concentrata su quello che dovevo dire e per cui non avevo tempo per distrarmi». In cucina appunto, con sfondo un quadro del padre pittore per diletto e nei paraggi genitori e familiari stretti. Dopo di lei a discutere la tesi altre cinque ragazze in modalità online (Silvia, Sara, Francesca, Lucrezia e Federica: niente cognomi per questioni di privacy). Dopo oltre due ore di sessione di lauree il finale è a sorpresa con l’arrivo — togati — del rettore Maurizio Tira e della prorettrice vicaria Maria Grazia Speranza. «Siete gli apripista della prima laurea a distanza — spiega il rettore —, ci scusiamo per la mancanza di solennità ma non volevamo farvi perdere la possibilità di laurearvi nei tempi giusti. Alla fine faremo una grande festa, tutti insieme».
Katia Bosio la festa la fa però anche subito: è di Bornato, terra di Franciacorta, e non dovrebbe avere avuto problemi con la scelta del vino per il brindisi. Katia non proseguirà gli studi con il dottorato o la specializzazione, ha infatti già iniziato a lavorare in un laboratorio di analisi su aria, acqua e cibi di Castel Mella. «Sperando che mi confermino, ovviamente», sorride. Un pensiero va al coronavirus: «È un po’ dura, gli spostamenti sono limitati, ma dobbiamo farlo. E speriamo che migliori».
Oggi le lauree a distanza, commissioni riunite e laureandi a casa in remoto, continuano. In tutto saranno una settantina gli studenti che questa settimana si laureano con questa modalità. A loro si aggiungono i 68 infermieri che accedono alla sessione di laurea anticipata causa coronavirus. In ragione della grave carenza negli ospedali lombardi di personale infermieristico l’Università — recependo l’urgente esigenza della Regione — ha programmato una seduta di laurea anticipata e aggiuntiva per giovedì e venerdì, in anticipo di un mese rispetto al previsto.
È stato molto diverso ma assicuro che l’emozione è stata tanta comunque: anche dietro uno schermo, online, si può essere agitati