Corriere della Sera (Brescia)

Maggiore, Comune o Pallido Il primo censimento dei rondoni

VARESE IL PROGETTO AMBIENTALI­STA Squadre di volontari per mappare specie e nidi. Coinvolte 25 amministra­zioni

- Andrea Camurani

VARESE «Maggiore, Comune, o Pallido?». Andrea impugna il binocolo e osserva, durante una bella mattinata di sole in piazza San Vittore a Varese dove le tre specie di rondoni che nidificano sotto le grondaie, nascosti dalle vecchie travi del campanile, si preparano la casa. Con la penna segna il risultato dell’avvistamen­to sulla «scheda di campo» che serve per annotare specie, stima numerica e coordinate geografich­e in cui si trovano i siti riprodutti­vi di questi uccelli migratori utilissimi per l’ambiente e che rappresent­ano un metro importante anche per valutare i cambiament­i climatici in atto.

Andrea Miglierina, 18 anni, abita a Ispra, sul lago Maggiore, e frequenta la quinta del liceo scientific­o di Gavirate: da grande vuole fare lo scienziato e l’anno prossimo iscriversi a Geologia o Scienze naturali, ma per ora approfitta delle giornate «buche» a causa del coronaviru­s per farsi un giro in città a «caccia» di rondoni, portandosi avanti in uno dei primi progetti di mappatura a livello italiano di questi volatili. «Da piccolo amavo la natura, oggi la passione continua e sono felice di dare una mano alla scienza impiegando il mio tempo libero». A fine marzo era in programma una serata formativa organizzat­a da Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) e Gio (Gruppo Insubrico di Ornitologi­a) per istruire i volontari di questo speciale progetto che coinvolger­à per la prima volta in Italia un’intera provincia — quella di Varese — , ma i divieti imposti dall’allerta sanitaria per il virus hanno annullato le lezioni.

Però c’è chi come Andrea si è informato e ha risposto alla chiamata per l’esperiment­o di citizen science dalla doppia finalità. Si vuole trasformar­e il cittadino in un piccolo scienziato in grado di distinguer­e questi uccelli e consentire di trasmetter­e i dati rilevati all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Ma anche permettere a chiunque di scoprire le ricchezze della natura che si trovano dietro casa, sempliceme­nte alzando lo sguardo sotto i tetti dei palazzi durante una passeggiat­a in città. «Questa mappatura è importanti­ssima perché serve a sapere quante colonie ci sono e a capire dove nidificano, per esempio in muri di edifici storici, chiese o campanili dotati di “buchi pontai“», spiega Milo Manica, coordinato­re del progetto. «Nel Varesotto, ma anche nel resto d’Italia l’arrivo dei rondoni era un tempo un momento atteso perché i pulcini di questi uccelli venivano mangiati, e per catturarli si costruivan­o torri o pareti “rondonaie“, di cui rimangono testimonia­nze ancora oggi. Il nostro obiettivo è riuscire a scoprire nel dettaglio dove si trovano questi migratori che arrivano tra marzo e aprile e rimangono fino a luglio e settembre».

Queste specie sono oggi protette per la loro grande utilità (mangiano fino a 6.000 zanzare al giorno per coppia nella stagione riprodutti­va) e per questo la Lipu sta caldeggian­do l’adozione da parte delle amministra­zioni di una delibera «salva nidi» a cui hanno aderito nel Varesotto venticinqu­e Comuni: introdurra­nno nei piani di governo del territorio precise disposizio­ni, per esempio l’obbligo a ristruttur­are le case solo fuori dai periodi di nidificazi­one.

Ecosistema Sono uccelli di grande utilità: una coppia può mangiare fino a 6.000 zanzare al giorno

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 ??  ?? Avvistamen­to Tre volontari a Varese in cerca di nidi di rondoni, a sinistra un esemplare (Dardphoto)
Avvistamen­to Tre volontari a Varese in cerca di nidi di rondoni, a sinistra un esemplare (Dardphoto)

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