Disoccupati in calo e più donne al lavoro Preoccupa lo scenario
Nel Bresciano assorbita la crisi, ma preoccupa l’andamento dell’economia
Nel 2019 l’occupazione a Brescia è cresciuta, come nel resto d’Italia o quasi. A dirlo è l’Istat nel suo consueto report annuale a livello provinciale. Nel 2019 il tasso di disoccupazione bresciano si attesta infatti al 4,7%, mezzo punto in meno rispetto al 5,2% dello scorso anno e lontani rispetto al record negativo del 9,1% di disoccupati registrato nel 2014. Una crisi occupazionale praticamente assorbita, oramai vicina ai tempi della pre crisi del 2008, agli anni in cui la disoccupazione veniva considerata a livelli fisiologici o quasi. Ora la paura del non lavoro rischia di tornare, alimentata dal coronavirus, ma anche da diversi altri fattori macro economici che già da mesi tendevano a suggerire che eravamo vicini a un cambio di fase.
Già l’Istat, sottolineando che il 2019 è caratterizzato da un nuovo aumento dell’occupazione e da un calo della disoccupazione, si premura infatti di ricordare che «il quadro occupazionale ha mostrato un progressivo indebolimento nella seconda metà dell’anno». Una dinamica considerata coerente con la fase di rallentamento dell’attività economica. Oggi c’è anche il coronavirus, ci sono i balzi nel prezzo del petrolio e delle materie prime, la finanza volteggia come poche volte ha fatto nella sua storia e i timori per un 2020 (e anche il 2021) sempre più complesso crescono. Si vedrà, nel frattempo il 2019 dice che di lavoro ce n’è stato. Perché è vero che l’Istat fa stime e quindi errori campionari, considera al lavoro anche chi fa poche ore al mese, ma ci aiuta comunque a fotografare quella che è stata una tendenza. Che dice di un calo della disoccupazione al 4,7% appunto, che diventa il 3,5% tra i maschi e sale al 6,5% tra le donne.
Il tasso di disoccupazione bresciano va meglio di quello lombardo (5,6%) e ancor più di quello nazionale (10%). A premiare, quindi, è una struttura produttiva nella quale manifattura (soprattutto) e agricoltura hanno ancora un bel peso. In termini assoluti i disoccupati sono 28 mila (12 mila uomini e 16 mila donne), duemila in meno dello scorso anno. Per quanto riguarda l’occupazione (i disoccupati sono quelli che non trovano ma cercano, diverso dagli inattivi) questa dice che le persone al lavoro in provincia di Brescia hanno raggiunto quota 559 mila (330 mila uomini e 229 mila donne), quattromila in più rispetto all’anno precedente.
Particolarmente interessante il confronto tra il 2019 e il 2018: gli uomini al lavoro sono scesi di mille unità, le donne sono cresciute di 5 mila unità. Erano state le donne a essere più facilmente espulse dal mercato del lavoro negli anni della crisi e ora sono progressivamente ritornate. Significativo anche il diverso tasso di partecipazione, legato sì a una struttura produttiva differente ma anche (a livello nazionale) a norme che non aiutano. Il risultato è che il tasso di partecipazione degli uomini al lavoro è del 78%, mentre per le donne è del 56,4% (più basso di quattro punti percentuali rispetto alla media regionale).
Per quanto riguarda la struttura produttiva, dei 559 mila lavoratori attivi 12 mila sono quelli in agricoltura (2,1%), 204 mila quelli nell’industria (36,5%), 29 nelle costruzioni (5,2%) e 314 nei servizi (56,2%). A titolo di esempio in Lombardia occupano il 67% delle persone, in Italia si supera il 70%. Insomma, quando si dice che Brescia (anche se ogni anno un po’ meno) è provincia della manifattura ci si riferisce esattamente anche a questo.
Il confronto Nel giro di un anno gli uomini al lavoro sono scesi di un migliaio , a differenza delle donne