«Siamo senza mascherine»
Rastrelli: Alcuni fornitori speculano sui prezzi
L’ordine dei Farmacisti fa un appello a Regione e Protezione civile: le mascherine sono finite, si lavora con paura. Alcuni fornitori lucrano sui prezzi.
E poi ci sono altri eroi. Indossano anche loro un camice, ma stanno dietro a un bancone. E non vogliono medaglie: «Non chiediamo nessun riconoscimento: vogliamo solo che la gente abbia consapevolezza di quello che facciamo». Oltre a medici e infermieri, tra le truppe in trincea contro il coronavirus ci sono anche i farmacisti: 1500 tra città e provincia.
Hanno finito scudi e corazze: qualche giorno fa, una collega della Bassa si è licenziata perché avrebbe dovuto servire i clienti senza difese: erano esauriti i guanti e le mascherine per il personale.
Francesco Rastrelli, presidente dell’ordine dei farmacisti di Brescia e delegato regionale, ha chiesto rinforzi a Regione e Protezione civile: «Ci servono approvvigionamenti. E certi fornitori speculano sui prezzi delle mascherine». Per ribadire il concetto, ha scritto una lettera aperta. Testuale: nelle 378 farmacie tra città e provincia «stanno operando tutti instancabilmente e senza soluzione di continuità, rischiando in prima persona di contrarre il virus pur di non fare mancare a tutti i cittadini i servizi fondamentali per la salute». Nessuno «si è tirato indietro di fronte al dovere professionale». Nonostante qualche cliente indisciplinato sia andato oltre la linea rossa tracciata sul pavimento senza rispettare la distanza minima di un metro dal farmacista e se ne sia fregato di rispettare l’ordine di ingresso in negozio. «Oltre alla fatica fisica e alle ore di lavoro, c’è lo stress psicologico di combattere contro un nemico invisibile, il virus» dice Rastrelli. Due settimane fa, è stata lanciata una petizione su change.org: «Farmacie a porte chiuse». L’ordine, con la Regione, ha dato l’autorizzazione per chi lavora «in condizioni particolari: ad esempio, se c’è solo un farmacista o se qualche dipendente è in quarantena». Rastrelli sta lavorando anche per semplificare la trasmissione delle ricette del medico di base dal cellulare: «Vogliamo snellire l’aspetto prescrittivo. Nello stesso tempo abbiamo sollevato il tema della distribuzione diretta, ovvero quella effettuata dagli ospedali, di fuori del circuito della farmacia che, in questo momento di crisi, costituisce un problema per i cittadini». Sono stati firmati protocolli d’intesa tra sindaci, Ordine e Federfarma ministero della Salute per una semplificazione dell’atto dispensativo da parte del farmacista. In proposito abbiamo lavorato su protocolli di intesa tra Sindaci, ordine e Federfarma «per ridurre al massimo la mobilità dei cittadini e la consegna a domicilio dei medicinali attraverso associazioni di volontariato».
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Rastrelli Molti clienti in farmacia non rispettano la distanza di sicurezza di un metro