Corriere della Sera (Brescia)

Serie A, il pressing di Cellino «Il campionato finisce qui»

Nel basket la Germani sulla stessa linea: «no» alla ripresa

- Luca Bertelli

Tutti uniti contro il coronaviru­s, vicini ai medici di tutta Italia senza distinzion­e di bandiera. Nelle stanze della Lega calcio, e anche a mezzo stampa, sta però consumando­si una guerra fredda che oggi vede Massimo Cellino e Claudio Lotito a capeggiare i due schieramen­ti.

Il presidente del Brescia (sostenuto anche dalla Curva Nord, che ha dichiarato di non voler tornare sugli spalti per rispetto del dolore di tante famiglie bresciane) è contrario alla ripresa del campionato; il numero uno della Lazio non ha intenzione di cancellare una classifica che lo vede secondo a un punto dalla Juventus.

Ieri Arturo Diaconale — responsabi­le della comunicazi­one per la Lazio — non ci ha girato troppo intorno: «Essere tifosi non vuol dire perdere il lume della ragione, ma il campionato va concluso evitando ulteriori disastri. È logico che in questa situazione ognuno persegua i propri interessi. Sia responsabi­le di quello che fa e dice. C’è un vecchio detto che dice: “Il bue dà del cornuto all’asino”». Ogni riferiment­o nelle sue parole all’eventuale salvezza del Brescia, in caso di campionato cancellato, non era casuale.

Botta e risposta, dopo quel «Diamo a Lotito questo campionato maledetto, ma è finito», dichiarato da Massimo Cellino al Corriere dello sport domenica. La battaglia comune, quella sì, di tutti i presidenti è ora contro l’Associazio­ne italiana calciatori. I club di Serie A, se il campionato non dovesse proseguire, stanno valutando — oltre alla sospension­e degli emolumenti di marzo — la possibilit­à di ridurre gli stipendi del 25 per cento. Gli atleti non vogliono sentirci. Sospesi intanto i contributi di questo mese.

E le television­i proprietar­ie dei diritti, coinvolte a loro volta nel possibile naufragio, sono spettatric­i interessat­e.

Se i proventi televisivi sono la primissima entrata del pianeta calcio, nella pallacanes­tro contano (quasi) solo gli incassi. Per questo molti club, con la Germani in testa, stanno facendo pressione al presidente Gianni Petrucci per chiudere la stagione senza indugi evitando una prosecuzio­ne a porte chiuse, possibile invece per il primo sport d’Italia: la società bresciana ha dato domenica il via libera ai suoi americani per il ritorno temporaneo in patria.

La Fip attende però un cenno dal Cio: se le Olimpiadi venissero rinviate, non sarebbe più necessario chiudere la Serie A entro metà giugno. Finché non verrà mossa la prima, ingombrant­e, tessera del domino, tutto rimarrà sospeso.

"Cellino Diamo a Lotito questo campionato maledetto, ma è finito. Penso solo all’anno prossimo

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● Tra Cellino e Lotito, patron della Lazio, ormai è guerra sulla ripresa della Serie A

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