Addio a Barziza, il velista «con la cravatta»
Per i velisti gardesani, Piero Barziza — scomparso ieri a 78 anni a Giacarta — non si chiamava così. Era il «notaiobarziza», quel distinto signore che si incrociava a tutte le regate stagionali, nel pozzetto delle sue barche. Distinto perché non si agghindava da yachtman inglese né si presentava con le scarpe da tennis e una maglietta da cantiere: a parte la giacca, sembrava pronto per stendere qualche atto notorio, nel suo studio.
Ce lo ricordiamo negli anni ’80 quando armava Arcobaleno, splendido quarter tonner che abbinava la fantasia di un designer quale Luca Taddei al genio di un costruttore gardesano quale Gianni Dal Ferro. Un regatante accanito, forte di una passione per la vela — che metteva peraltro in ogni attività — che l’ha portato a gareggiare nell’ultimo periodo su un Dolphin 81 quale Stenella, vincitore di tante manifestazioni con i colori della Fraglia Vela Desenzano. Era sempre stato un «fragliotto», ricoprendo varie cariche sociali. Attualmente era consigliere e presidente del Consiglio sorveglianza e dei probiviri. «In questi anni, soprattutto nel corso del mio mandato, mi è stato molto vicino e ho potuto apprezzare il valore e il sincero attaccamento ai colori del nostro circolo — racconta Romana Fosson, presidente della Fvd — ho spesso chiesto il suo aiuto e sempre mi ha consigliata e guidata bene. Era una persona straordinaria e ci mancherà moltissimo, mancherà a tutti i soci». Barziza amava molto il «suo» Garda ma si definiva piuttosto «notaio, viaggiatore e narratore»: girava appena possibile, non a caso, la morte l’ha colto in Nuova Guinea con uno spirito non ludico ma da ricercatore di culture differenti. Nel 2015, scrisse un originale libro Istituzioni di diritto musulmano, nato da un viaggio ad Asmara e sviluppato con professionalità e un tocco autoriale.
Barziza lascia la moglie Franca (la «signora della Mille Miglia» e figlia dell’ex- sindaco di Brescia, Bruno Boni), i figli Angelo e Monica oltre a tre amati nipoti.