Addio a don «Pierino» Begni Redona, prete scrittore
Nei giorni del Grande Flagello, in cui è impossibile stringersi attorno ai defunti e commemorarli pubblicamente come meriterebbero, la cultura bresciana piange un nuovo lutto: domenica s’è spento a 87 anni d’età don Pier Virgilio Begni Redona, per gli amici più stretti e i fedeli più vicini «don Pierino». Il doppio nome e il doppio cognome svettano invece in tutta la loro solennità nei 230 titoli che formano la bibliografia di questo sacerdote dedito agli studi umanistici, pilastro solido ed essenziale della Storia dell’arte bresciana.
Pier Virgilio Begni Redona era nato ad Adro il 25 febbraio del 1933. Doppia maturità (al Gambara e all’Arnaldo), laurea in Storia dell’arte a Milano, Begni Redona inizia a lavorare negli istituti culturali municipali ma la vocazione religiosa segna la sua vita: viene consacrato sacerdote nel 1961, entra nella Congregazione dell’Oratorio da cui uscirà nel 1973, in una fase turbolenta della vita della Pace. Si trasferisce a Gussago, dove esercita per 45 anni la funzione di presbitero collaboratore della parrocchia, con un apostolato speciale verso gli anziani e gli ammalati, fino a tre anni fa, quando lui stesso viene ricoverato alla Richiedei, dove è spirato l’altro giorno e da dove la salma verrà traslata oggi al cimitero di Gussago. Ma quello di don Pierino è stato soprattutto un apostolato della cultura, anche come direttore dell’Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali Ecclesiastici (20012008) e come direttore-fondatore del Museo Diocesano di arte sacra (2005-2008), nonché presidente (fino al 2012) di Arte e spiritualità.
In parallelo si è sviluppato il suo lavoro di studio e ricerca confluito nella impressionante mole di titoli, con una specializzazione sul Rinascimento bresciano e sul Manierismo. Begni Redona (socio dell’Ateneo dal 1979) ha collaborato alla Storia di Brescia su invito di Gaetano Panazza, ha offerto contributi di studio alla grande mostra del Romanino del 1965 e poi a quelle su Pitocchetto, Moretto e Savoldo degli anni Ottanta. Mentre la critica engagé andava riscoprendo soprattutto Romanino, Begni Redona offriva studi fondamentali sul Moretto, rintracciando le radici della visione religiosa del grande «classico» bresciano nella temperie spirituale riformistica della sua epoca.
Nella sua produzione saggistica, oltre alla monografia su Moretto e ai lavori sul Gambara, spiccano le opere dedicate alle chiese bresciane. «Unum, verum, pulchrum» si intitola la miscellanea di studi in onore di Begni Redona per il suo 80esimo compleanno. Tre parole che riassumono le coordinate di un impegno culturale, di uno studio continuo, di una vita.