Corriere della Sera (Brescia)

Medici di base sentinelle «A casa i Covid-19 sono otto volte i positivi»

- di Matteo Trebeschi

I pazienti positivi al tampone sono solo la punta dell’iceberg. Ormai l’ha capito anche Regione Lombardia che, tramite una delibera, ha deciso di coinvolger­e sempre più i medici di famiglia nel monitoragg­io dei casi sospetti. Parliamo di persone con febbre da giorni, tosse, raffreddor­e e dolori che sono inusuali: a diversi mutuati i sintomi sono passati stando a casa, qualcuno è stato ricoverato perché si è aggravato, ma c’è chi è deceduto anche sotto i 70 anni. Palazzo Lombardia ha chiesto ai camici bianchi di segnalare i «Covid sospetti» e chiamarli al telefono per monitorare la loro situazione clinica. Ma molti dottori questo già lo facevano. «In queste settimane ho fatto 57 segnalazio­ni all’Ats. Tre sono stati ricoverati e uno è deceduto. Dalla mia esperienza — racconta Angelo Rossi, medico di famiglia di

Leno — posso dire che il rapporto tra pazienti positivi, cui è stato fatto il tampone, e Covid probabili è di uno a otto. Ma i pazienti con sintomi sospetti li ho sempre sentiti per telefono o WhatsApp: tutti i giorni».

C’è quindi un’ampia fetta di medicina del territorio che si è mossa nella direzione del monitoragg­io clinico ben prima che uscisse la delibera regionale. «In alcuni casi ho fatto acquistare dei saturimetr­i», così da monitorare la quantità di ossigeno nel sangue. Il coronaviru­s, infatti, rende più difficili gli scambi gassosi (O2-CO2) a livello polmonare. E controllar­e la saturazion­e è essenziale. «Sotto quota 93-94 nell’adulto e sotto 90 nel cronico io dico ai pazienti di chiamare il 112» spiega Rossi. Per lui ci sono pochi dubbi: quando il quadro clinico è evidente, ad esempio nel caso di polmonite o febbre persistent­e, diventa quasi inutile fare il tampone. Della serie che già si capisce che è coronaviru­s. Negli ultimi giorni la situazione sembra migliorare un po’, tra i suoi mutuati. «A differenza di prima c’è stato un calo: ora ho fatto solo tre segnalazio­ni in due giorni». Rossi come altri ha usato il sistema «Mainf», lo stesso impiegato per le vaccinazio­ni. E se nel suo caso il rapporto tra contagiati e sospetti è di uno a otto, è verosimile pensare che nel bresciano, dove si contano quasi 6 mila positivi, i casi simil-Covid (non ufficiali, ma con sintomi “simili”) possano variare dai 30 ai 45 mila.

Intanto, come segnala la Federazion­e dei medici di base (Fimmg), nelle province di Brescia e Bergamo c’è carenza di ossigeno per i pazienti con Covid-19 seguiti a casa.

«È andato in esauriment­o», un problema grosso per chi si trova a fare i conti con una polmonite bilaterale. «Da oggi però la situazione dovrebbe essere in migliorame­nto — dice il segretario Paola Pedrini — prima le attese per l’ossigeno erano di 72 ore, adesso siamo a 24».

Di pazienti a casa con la febbre ogni medico ne ha almeno 15-20. Ma c’è anche chi si aggrava, come conferma il sindaco di Lonato Roberto Tardani, che è un medico di famiglia: «Ieri e oggi abbiamo ricoverato in ospedale sei persone». Quando si abbassa l’ossigeno, non c’è tempo da perdere. Ecco perché il comune gardesano sta distribuen­do 23 saturimetr­i per monitorare certi pazienti.

Con gli ospedali pieni i medici di famiglia sono chiamati a gestire sul territorio pazienti complessi: Ovidio Brignoli (Capriolo), per esempio, ha 11 casi di polmonite tra i suoi mutuati. Le linee telefonich­e squillano in continuazi­one. E lui il cellulare lo tiene accesso anche a casa, praticamen­te tutto il giorno. I casi positivi «sono una trentina, ma è verosimile che quelli sospetti — dice — siano almeno cinque volte tanto».

Rossi Monitoriam­o a casa i malati quasi ogni giorno. Ora le segnalazio­ni sono in fase calante Ho fatto acquistare saturimetr­i per controlli migliori

Tardani I ricoveri non cessano Negli ultimi due giorni ho fatto portare in ospedale sei pazienti Quando si abbassa l’ossigeno non c’è tempo da perdere

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