Medici di base sentinelle «A casa i Covid-19 sono otto volte i positivi»
I pazienti positivi al tampone sono solo la punta dell’iceberg. Ormai l’ha capito anche Regione Lombardia che, tramite una delibera, ha deciso di coinvolgere sempre più i medici di famiglia nel monitoraggio dei casi sospetti. Parliamo di persone con febbre da giorni, tosse, raffreddore e dolori che sono inusuali: a diversi mutuati i sintomi sono passati stando a casa, qualcuno è stato ricoverato perché si è aggravato, ma c’è chi è deceduto anche sotto i 70 anni. Palazzo Lombardia ha chiesto ai camici bianchi di segnalare i «Covid sospetti» e chiamarli al telefono per monitorare la loro situazione clinica. Ma molti dottori questo già lo facevano. «In queste settimane ho fatto 57 segnalazioni all’Ats. Tre sono stati ricoverati e uno è deceduto. Dalla mia esperienza — racconta Angelo Rossi, medico di famiglia di
Leno — posso dire che il rapporto tra pazienti positivi, cui è stato fatto il tampone, e Covid probabili è di uno a otto. Ma i pazienti con sintomi sospetti li ho sempre sentiti per telefono o WhatsApp: tutti i giorni».
C’è quindi un’ampia fetta di medicina del territorio che si è mossa nella direzione del monitoraggio clinico ben prima che uscisse la delibera regionale. «In alcuni casi ho fatto acquistare dei saturimetri», così da monitorare la quantità di ossigeno nel sangue. Il coronavirus, infatti, rende più difficili gli scambi gassosi (O2-CO2) a livello polmonare. E controllare la saturazione è essenziale. «Sotto quota 93-94 nell’adulto e sotto 90 nel cronico io dico ai pazienti di chiamare il 112» spiega Rossi. Per lui ci sono pochi dubbi: quando il quadro clinico è evidente, ad esempio nel caso di polmonite o febbre persistente, diventa quasi inutile fare il tampone. Della serie che già si capisce che è coronavirus. Negli ultimi giorni la situazione sembra migliorare un po’, tra i suoi mutuati. «A differenza di prima c’è stato un calo: ora ho fatto solo tre segnalazioni in due giorni». Rossi come altri ha usato il sistema «Mainf», lo stesso impiegato per le vaccinazioni. E se nel suo caso il rapporto tra contagiati e sospetti è di uno a otto, è verosimile pensare che nel bresciano, dove si contano quasi 6 mila positivi, i casi simil-Covid (non ufficiali, ma con sintomi “simili”) possano variare dai 30 ai 45 mila.
Intanto, come segnala la Federazione dei medici di base (Fimmg), nelle province di Brescia e Bergamo c’è carenza di ossigeno per i pazienti con Covid-19 seguiti a casa.
«È andato in esaurimento», un problema grosso per chi si trova a fare i conti con una polmonite bilaterale. «Da oggi però la situazione dovrebbe essere in miglioramento — dice il segretario Paola Pedrini — prima le attese per l’ossigeno erano di 72 ore, adesso siamo a 24».
Di pazienti a casa con la febbre ogni medico ne ha almeno 15-20. Ma c’è anche chi si aggrava, come conferma il sindaco di Lonato Roberto Tardani, che è un medico di famiglia: «Ieri e oggi abbiamo ricoverato in ospedale sei persone». Quando si abbassa l’ossigeno, non c’è tempo da perdere. Ecco perché il comune gardesano sta distribuendo 23 saturimetri per monitorare certi pazienti.
Con gli ospedali pieni i medici di famiglia sono chiamati a gestire sul territorio pazienti complessi: Ovidio Brignoli (Capriolo), per esempio, ha 11 casi di polmonite tra i suoi mutuati. Le linee telefoniche squillano in continuazione. E lui il cellulare lo tiene accesso anche a casa, praticamente tutto il giorno. I casi positivi «sono una trentina, ma è verosimile che quelli sospetti — dice — siano almeno cinque volte tanto».
Rossi Monitoriamo a casa i malati quasi ogni giorno. Ora le segnalazioni sono in fase calante Ho fatto acquistare saturimetri per controlli migliori
Tardani I ricoveri non cessano Negli ultimi due giorni ho fatto portare in ospedale sei pazienti Quando si abbassa l’ossigeno non c’è tempo da perdere