«Finito il caos il modello è da rivedere»
«Finita questa emergenza credo proprio che la regionalizzazione spinta della sanità andrà ripensata completamente». Lo afferma il deputato del Pd Alfredo Bazoli, sempre più preoccupato dalle notizie che legge e dalle testimonianze che gli vengono fatte da amici che lavorano negli ospedali. Quello che definisce «il muro invisibile» tra regioni proprio non gli va giù: «Leggo che alcuni pazienti di covid sono in partenza dalla Lombardia per Lipsia. Così come leggo di ong americane che installano ospedali da campo a Cremona, di medici provenienti da Cuba, di aiuti dalla Russia. Bene, grande e apprezzabile generosità per aiutare il nostro sistema sanitario al collasso. Ma non sono ancora riuscito a farmi spiegare da nessuno, come sia possibile che mentre riceviamo aiuti da mezzo mondo non siamo in grado di sfruttare i letti di terapia intensiva di ospedali a mezz’ora di macchina da Brescia, come a Verona, dove fino a due giorni fa c’era abbondanza di posti». Bazoli si dice consapevole delle grandi difficoltà che si stanno affrontando, ma rileva le lacune nell’operato della Protezione Civile, così come la necessità di un ripensamento del modello sanitario lombardo: «È emersa in modo chiaro la debolezza della nostra rete territoriale di prevenzione e gestione. Stiamo scontando duramente questi limiti oramai evidenti ed è necessario, finita l’emergenza, capire gli errori e dare risposta». ( t.b.)