Olimpiade rimandata nel 2021 L’atletica spera nell’Europeo
I bresciani confidano di tornare in pista in estate. Ferrari e Cassarà non mollano
I Giochi Olimpici slittano al 2021. La decisione era nell’aria perché l’emergenza sanitaria che non dà tregua agli italiani si sta propagando in tutto il mondo senza tralasciare alcun paese.
Il Cio si è reso conto che mantenere la data prevista tra fine luglio e inizio agosto non sarebbe stato possibile. Troppe le incognite sul tavolo. Troppi i rischi per i partecipanti, gli sportivi e il pubblico. I due veterani, Cassarà e Ferrari, hanno confermato sui loro profili social che il sogno continua. Anche nel 2021. Quando compiono, rispettivamente, 37 e 31 anni. Vanessa deve ancora ultimare il suo percorso di qualificazione (otterrebbe la quarta partecipazione per inseguire una meritata medaglia in una carriera fin qui straordinaria); Andrea, invece, ha già staccato il pass per il Giappone,
lì dove vivrà la sua quinta edizione (ha all’attivo due ori e un bronzo). Nonostante il virus, il 2020 può riservare, almeno all’atletica, ancora delle gradite sorprese. La nutrita pattuglia bresciana, capitana da Marcell Jacobs, ha a disposizione gli Europei in programma a fine agosto (tra il 26 e il 30). Potrebbe essere questa la vetrina più importante della stagione estiva.
Gli stessi sportivi avevano avanzato non pochi dubbi sulla regolarità della manifestazione a cinque cerchi. E i dati raccolti nella nostra inchiesta, che giunge oggi alla terza e ultima puntata, lo confermano.
Nell’ultima settimana abbiamo ascoltato le voci di Vanessa Ferrari, Alice Bellandi, Stefanie Horn, Giovanni De Gennaro, Andrea Cassarà, Anna Danesi e Simona Frapporti. Sul numero odierno raccontiamo le opinioni di due velocisti (Hassane Fofana e Johanelis Herrera Abreu) e di Valentina Iseppi. Per l’ostacolista Fofana, «la questione coronavirus è molto importante e infinitamente delicata: spostare le Olimpiadi penso fosse un problema pressoché inevitabile». In campo ci sono anche, naturalmente, degli interessi economici. «L’economia giapponese ne risentirà talmente tanto che rischia di affondare, ma — precisa il giovane di Gavardo — non sarebbero state vere e proprie Olimpiadi, perché almeno il 50% degli atleti non si sta allenando! Il rinvio era inevitabile». La sprinter dell’Atl. Brescia 1950, Herrera Abreu, può cogliere l’occasione per proseguire con calma il recupero dopo l’infortunio di febbraio. «Purtroppo — spiega — sto facendo una riabilitazione a metà perché le piscine sono chiuse. Seguo delle tabelle personalizzate. Mi sembra giusto rimandarle. Non c’era il tempo tecnico per le qualificazioni. Il rischio era che alcuni, a seconda del Paese di provenienza e della diffusione del virus, fossero danneggiati. I Giochi rappresentano il sogno di ogni atleta». Valentina Iseppi, la canoista del 1997 di Gardone Riviera, ha l’età dalla sua parte per non disperarsi. Un anno in più diventa un’occasione per proseguire verso una piena maturazione sportiva nei quattro senza. «Un’atleta si prepara all’Olimpiade per una vita intera e fa veramente fatica a fornire una valutazione oggettiva. I Giochi si dovevano spostare per garantire lo stato di salute non solo degli atleti, ma anche degli allenatori, dei volontari, dello staff tecnico e dei tifosi che arrivano da tutto il mondo». È consapevole, però, che non sia stata una decisione facile: «L’Olimpiade è diventata con il passare degli anni un evento di business; spostarle implica una perdita di denaro e di interessi notevole sia per il Giappone sia per il Cio sia per le Federazioni.
Questa è una situazione mai avvenuta prima e di conseguenza dovevano essere prese delle scelte che andavano oltre la normalità. Chiaramente, e penso che tutti la pensino così, la salute viene sempre prima di tutto». Anche prima delle Olimpiadi.
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