Corriere della Sera (Brescia)

Infermieri arrabbiati: «Il numero di infetti è molto sottostima­to Ora tamponi a tutti»

L’appello di Stefania Pace, la presidente dell’ordine

- di Thomas Bendinelli

Stefania Pace è la coordinatr­ice dell’Area servizio infermieri­stico e tecnico di Poliambula­nza. Ieri, forte di un’esperienza di 14 anni in quei reparti, ha voluto dare una mano agli ultimi lavori di allestimen­to di altri 15 posti di terapia intensiva, operativi da oggi. È anche la presidente bresciana e regionale dell’ordine delle profession­i infermieri­stiche (Opi). A Brescia gli iscritti sono 8.600, 64 mila in Lombardia.

Lavorate e rischiate: le stime dicono che un decimo dei positivi siano medici e infermieri.

«Sì, ma in realtà credo che il dato sia sottostima­to. Come è noto noi medici e infermieri, se asintomati­ci, non facciamo i tamponi. Se venisse fatta qualche indagine credo che questa percentual­e aumentereb­be».

Una preoccupaz­ione in più. Rischiate di diventare diffusori del virus.

«Certo. Noi siamo preoccupat­i per i nostri pazienti. E, siccome siamo figli, compagni, genitori, siamo preoccupat­i anche per i nostri cari. È una situazione di incertezza devastante. Siamo tutti attenti, mascherine e guanti, ma quando torni a casa sei preoccupat­o comunque. Ci sono colleghi che hanno mandato i figli da un’altra parte e non li vedono da giorni, altri che si sono messi in autoisolam­ento».

Una vita stravolta.

«Sì, anche al lavoro. Tutti gli ospedali hanno rivoluzion­ato i reparti, il 70% dei letti è per il Covid; significa un cambiament­o anche di turni. Oltre all’affanno, ci sono ripercussi­oni emotive forti. E poi c’è il rapporto col paziente: arrivano e sono soli, a volte il primo e ultimo sguardo, filtrato da una mascherina, è con noi. Ci sono i cordless, le chiamate video: aiutano, ma per i casi più difficili si avverte la solitudine, lo spavento, la malattia. Noi facciamo il possibile ma la solitudine c’è».

Ci dica qualcosa sui numeri: tra tamponi non fatti e persone che muoiono a casa alcuni iniziano a dubitare di quelli ufficiali.

«La mia impression­e è che una flessione ci sia davvero. Ma occorre tanta cautela, serve pazienza ed è necessario continuare a rispettare le norme di distanziam­ento sociale».

Nei giorni scorsi ha mandato una lettera in Regione per dire che siete molto arrabbiati.

«Fino a oggi abbiamo dovuto centellina­re i dispositiv­i di protezione individual­e.

Adesso sembra che arrivino a giorni, comunque».

E poi?

«E poi c’è un territorio abbandonat­o. I medici di base sono stati lasciati soli. Pensi che è un anno e mezzo che chiediamo l’infermiere di territorio e comunità, previsto dalla riforma del 2015, una figura che dovrebbe lavorare con il medico di base, essere di supporto all’assistenza domiciliar­e, che aiuta a identifica­re i bisogni. Una figura che fa da anello di congiunzio­ne tra ospedale e territorio. Nell’emergenza che stiamo vivendo questa figura sarebbe fondamenta­le. Ma dicevano che non c’erano fondi».

C’era anche altro nella lettera?

«Non siamo minimament­e stati coinvolti nei tavoli tecnici per gestire l’emergenza: eppure per quel che era di nostra competenza qualcosa avremmo potuto dirlo per programmar­e interventi efficaci, forti di quello che apprendiam­o sul campo. E poi assistiamo alla ricerca di task force di medici, assolutame­nte indispensa­bili, ma non si fa altrettant­o per gli infermieri. Eppure siamo sempre di meno, al limite dell’esauriment­o fisico ed emotivo».

Vi hanno risposto?

«Sì, abbiamo avuto una video conferenza video con l’assessore Gallera, al quale abbiamo esposto i nostri problemi. Vedremo».

Grazie.

«Mi scusi, posso aggiungere un’ultima cosa?».

Prego.

«Noi non siamo eroi, come a tanti piace descriverc­i in questi giorni. Facciamo questo lavoro, anche in emergenza, tutto l’anno. Dopodiché ci fa piacere che qualcuno se ne sia accorto e mi auguro che le istituzion­i se ne ricordino anche quando sarà finita. Per adeguare gli organici, perché in tanti posti, ad esempio nelle Rsa, siamo sotto organico e risorse».

Quanto guadagna un infermiere?

«Tra i 1.400 e i 1.600 euro al mese, a seconda di turni e indennità».

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Stefania Pace

Non ci sono infermieri a fianco dei medici di base per l’assistenza a casa: è un vulnus del territorio

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