Malati in lavanderia e in mensa Sos alla Regione: dateci personale
Trivelli: «Servono rinforzi per le nuove terapie intensive. I Russi? Non pervenuti»
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Trivelli Ci servono almeno nuovi 15 infermieri o non potremo aprire tutte le nuove 13 terapie intensive
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L’afflusso di malati ai pronto soccorso sta calando. Ma i numeri restano importanti. Gli ospedali bresciani stanno facendo salti mortali per trovare nuovi spazi. Gli Spedali Civili hanno recuperato — tra Brescia e Montichiari — nuovi 90 posti letto riadattando la lavanderia del nosocomio cittadino e la sala mensa nella struttura della Bassa.
Oggi in città, grazie alle donazioni raccolte da AiutAMObrescia, apriranno altri 13 posti di terapia intensiva al Civile e altri 15 in Poliambulanza. I posti in terapia intensiva in provincia saliranno così a 234, mentre sono saliti a quasi 2500 i letti riservati ai pazienti meno gravi. Tutti però sempre pieni. Già, perché un terzo degli oltre 6mila bresciani positivi al virus necessita di ospedalizzazione. L’emergenza delle emergenze riguarda il personale che in questo mese ha sopportato condizioni lavorative oltre l’eroismo. Uno su otto si è ammalato. E servono rinforzi. Quelli che il premier Giuseppe Conte sabato aveva promesso telefonicamente al sindaco Del Bono, il quale torna a fare pressing sulla Regione: «Il Presidente del Consiglio mi ha confermato l’arrivo di 50 medici italiani. Arriveranno in Lombardia tra oggi e domani (ovvero oggi per chi legge, ndr). Spetta alla Regione distribuirli ma, vista la gravità della situazione, devono andare prioritariamente a Brescia e Bergamo. Noi li esigiamo, spetta alla Regione ridistribuirli in tempi rapidi».
Conte aveva promesso anche l’arrivo di otto squadre di medici militari russi (specializzati in disastri epidemiologici) e medici civili cinesi. Ma al Civile non hanno ancora visto nessun camice bianco straniero. «A me non risulta che al Civile arrivino i russi — commenta tranchant il direttore generale Marco Trivelli —. Non ho visto nemmeno i cinesi, anche se mi hanno detto che avrebbero dovuto arrivare in settimana». Ma che servano operatori sanitari è fuori discussione.
Quanto personale serve? «Regione mi ha garantito che manderanno dei rinforzi per i nuovi 13 posti di terapia intensiva. In “tempi di pace” per quei posti servirebbero almeno trenta infermieri ma dobbiamo capire che siamo in tempi di guerra: però dobbiamo averne almeno quindici oppure dovremo aprire meno posti letto». Trivelli parla anche degli sforzi titanici fatti per recuperare posti letto ovunque. Negli ultimi due giorni ha recuperato una settantina di postazioni nella lavanderia del nosocomio cittadino e nell’area mensa dell’ospedale di Montichiari, con l’espansione del pronto soccorso: «Abbiamo dotato queste aree di supporto respiratorio e di trattamento farmacologico e funzionano come se fossero un vero e proprio reparto». Nessun posto aggiuntivo invece nell'ex ospedale di Orzinuovi, paese citato l’altro ieri da Gallera, che — dice Trivelli — probabilmente si è confuso con Montichiari.
È di posti in ospedale che c’è bisogno più che di strutture dove ospitare i convalescenti dimessi ed in attesa di negativizzare del tutto il virus. Basti pensare che i primi 44 posti messi a disposizione dal centro pastorale Paolo VI «non sono ancora del tutto occupati, molti pazienti preferiscono tornare al loro domicilio» spiega Trivelli.
Intanto la Loggia adotta altre misure d’aiuto alla cittadinanza per far fronte all’avanzare dell’epidemia, che ha già contagiato oltre mille residenti (uno ogni duecento abitanti). Da oggi al 3 aprile verranno spente le telecamere delle zone a traffico limitato (ad eccezione delle aree pedonali di Corso Zanardelli e piazza Loggia) e tutti i parcheggi saranno gratuiti. Ieri è stato attivato un nuovo umero telefonico (030/2978971) per le persone in condizioni di fragilità che possono richiedere spesa alimentare e farmaci a casa. Da oggi è attivo anche un servizio per famiglie con bimbi che frequentano nidi e asili: sul sito web del comune ci sarà un link con materiale audio-video. (p.gor.)
Del Bono La Regione deve mandare subito a Brescia e Bergamo tutti i 50 medici mandati dal governo