Corriere della Sera (Brescia)

Pisogne piange il maresciall­o Gelmini Iemma: vicini ai parenti

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Sempre con la mano tesa verso gli altri, Fabrizio. In prima linea appena dietro l’ingresso della caserma per dare aiuto a chiunque avesse bisogno. Fino all’ultimo con i colleghi è stato impegnato nei servizi di controllo (per garantire il rispetto delle disposizio­ni ministeria­li) e supporto ai cittadini, prima che la battaglia contro il virus diventasse la sua. Personale. Nessuno immaginava ne sarebbe uscito sconfitto. Si è spento nella notte al Papa Giovanni XXIII di Bergamo il maresciall­o maggiore Fabrizio Gelmini, che dal 1994 era in servizio alla stazione dei carabinier­i di Pisogne. Aveva 58 anni. Originario di Sovere (Bergamo), dove viveva, in ospedale era ricoverato da una decina di giorni. Lascia la moglie e due figli di 18 e 22 anni. Il suo triste destino, peraltro, si incrocia con quello del collega Mario D’Orfeo, 55 anni, comandante della stazione di Villanova d’Asti. Anche lui se n’è andato nella notte. Entrambi crollati di fronte alle complicazi­oni di polmoniti da Covid 19, «sino alla fine, hanno dedicato la propria vita al dovere, alle istituzion­i e soprattutt­o ai cittadini e alle comunità su cui erano chiamati a vigilare» si legge in una nota dell’Arma. Il comandante generale e tutto il corpo «si stringono intorno al dolore delle famiglie dei militari». Ma anche quello provincial­e, colonnello Gabriele Iemma: «È un lutto che ci colpisce tutti. Addolorati, esprimiamo totale solidariet­à alla famiglia» così come hanno fatto le istituzion­i, ad ogni livello. «Profondo cordoglio» anche dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini e dal sottosegre­tario Angelo Tofalo. (m.rod.)

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