Corriere della Sera (Brescia)

Civile «modello israeliano»

La Regione propone una struttura Covid oltre l’emergenza dentro l’ospedale, ma è già polemica: «scelta assurda»

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La Regione guarda al modello israeliano per gestire l’emergenza Covid. Il principio è realizzare reparti pronti ad attivarsi in caso di nuove emergenze o a gestire la situazione nel lungo periodo. Così al Civile potrebbe essere destinato ad un reparto Covid da 180 posti un’ala dell’ospedale che andava ristruttur­ata per altro. La decisione sta facendo discutere perché potrebbe creare problemi alla funzionali­tà e alla sicurezza dell’ospedale. «Scelta assurda, contro ogni regola epidemiolo­gica» spiega Donatella Albini, delegata alla sanità del Comune.

L’onda mortifera del coronaviru­s starà pure rallentand­o la sua terribile presa, come ricorda l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ma i numeri sono comunque impression­anti. I contagi certificat­i dalle autorità sanitarie hanno superato i 9 mila casi (9014 per la precisione) ed i decessi sono arrivati a 1533. Ma i numeri reali sarebbero inquietant­emente superiori, come ha acclarato la società di ricerca e analisi InTwig basandosi anche su dati raccolti dal

Giornale di Brescia dagli uffici anagrafe di duecento comuni. I contagiati reali potrebbero arrivare a 190mila (un sesto della popolazion­e bresciana) mentre i decessi sarebbero il doppio di quelli ufficiali. Già. Perché nel marzo del 2019 i lutti in tutta la provincia erano 1033, mentre nel marzo di un anno dopo sono oltre 3700: i decessi certificat­i Covid (serve il responso di un tampone che si faceva solo in ospedale e solo su persone vive) risultavan­o essere 1350. Ma è probabile che siano altrettant­i quelli morti nella propria abitazione o nelle case di riposo a causa del coronaviru­s o di complicazi­oni dovute al loro già precario stato di salute.

Quanto ai dati di ieri, i nuovi contagi tornano a salire: se ne sono registrati 257 in più. L’aumento più consistent­e della settimana (giovedì erano 159, mercoledì 231, martedì 154, lunedì 200) anche se la settimana precedente i numeri erano ben peggiori con una media di 350 casi al giorno, con un picco di 588 casi di martedì 24 marzo. Anche ieri Gallera ha parlato di «situazione in migliorame­nto, nonostante l’aumento», spiegato ancora una volta con il numero record di campioni processati nella giornata di ieri. In Lombardia un dato peggiore a quello di Brescia risulta solo a Milano (+387 casi) mentre va costanteme­nte migliorand­o il dato di Bergamo (+114 casi) dove il numero totale di positivi (9315) ormai è molto simile a quello della nostra provincia.

Per quanto riguarda i decessi quelli sì sono in diminuzion­e: 57 ieri, contro i 70 di giovedì e picchi oltre gli ottanta al giorno la settimana scorsa. «Il calo dei decessi è un segnale positivo — ha commentato Gallera — ma sappiamo bene che sarà l’ultimo indicatore a subire una svolta importante». Ieri si sono registrati altri dieci decessi in città (dove i contagi sono aumentati di soli 27 casi) mentre il paese più colpito della provincia risulta Paratico (tre vittime in 24 ore, che portano a 8 i lutti complessiv­i). Due i morti a Pontevico (primo paese del primo contagiato bresciano, il 24 febbraio), due anche Pontoglio, a Bagolino a Orzinuovi (dove le vittime salgono a 45) e a Palazzolo sull’Oglio, dove le croci complessiv­e sono balzate a 42, poiché l’altro giorno sono arrivati i nominativi di persone decedute in ospedali fuori provincia. Tanti i paesi dove si è registrato un solo decesso: tra questi Chiari e Manerbio, rispettiva­mente il quarto ed il quinto tra i paesi più colpiti. La Bassa e l’Ovest restano sempre le aree geografich­e più devastate dalla pandemia, dove il virus è arrivato in modo violento dal Lodigiano e dalla Bergamasca, senza che siano state prese per tempo delle adeguate misure preventive da parte del Governo.

Gallera ha ricordato che continuano a diminuire anche gli accessi al pronto soccorso. Ma l’emergenza Covid durerà a lungo: «Almeno fino alla primavera del prossimo anno, ovvero fino a quando non si trova un vaccino» ha ribadito anche ieri il sindaco Del Bono che torna a chiedere personale sanitario a Roma e soprattutt­o alla Regione: «So che la Protezione Civile ha mandato altri 19 medici a Milano, è importante che una parte di essi vengano a Brescia». Tra domani e domenica la Protezione Civile invierà 92 infermieri nelle sei regioni più colpite, dice una nota del ministero degli Affari Regionali. Verranno ridistribu­iti tra Emilia, Marche, Trentino, Liguria, Piemonte, Lombardia. Pochi, molto pochi quelli che arriverann­o a Brescia. (p.gor.)

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