Corriere della Sera (Brescia)

Cassa integrazio­ne, a Brescia potrebbe coinvolger­e fino a 50 mila lavoratori

Centri d’impiego: azzerato l’incontro domanda-offerta

- T. B.

Le domande di cassa integrazio­ne arrivate all’Inps al 31 marzo riguardano già qualcosa come un milione 400 mila lavoratori a livello nazionale. Facendo una stima un po’ grossolana, significa che a Brescia stiamo parlando di oltre 25 mila persone. Se a questo aggiungiam­o (o intrecciam­o in parte) il dato sulla cassa in deroga, ovvero sugli ammortizza­tori sociali per chi non ha accesso ai consueti canali di sostegno al reddito, la stima potrebbe arrivare a 50 mila persone.

Proprio nei giorni scorsi, nell’ambito di un accordo sulla cassa in deroga tra Regione e sindacati, si è parlato di platea potenziale per la Lombardia di 400 mila persone. Numeri che fanno impression­e, che si avvicinano a quelli record degli anni successivi alla crisi 2008-2009 e che preoccupan­o in misura ancora maggiore se la riapertura — peraltro parziale — viene ormai allungata a maggio inoltrato.

L’emergenza sanitaria, con relativa diffusione del virus (pur più lentamente) si intreccia sempre di più con l’emergenza economica. È in tale contesto che i tempi della burocrazia funzionano ancor meno. Nei centri per l’impiego sono in attesa di indicazion­i operative dalla Regione, in banca sono in attesa di indicazion­i operative sull’anticipo della cassa integrazio­ne. Potrebbe non essere grave in tempi normali, ma nell’emergenza tutto questo crea ansia e incertezza aggiuntive.

Nel frattempo il primo dato che arriva dai centri per l’impiego bresciani riguarda l’azzerament­o dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro: «Le poche posizioni aperte — fanno sapere dagli uffici di via Cipro — sono antecedent­i al primo marzo». Azzerati o quasi anche i nulla osta disabili (fino a metà mese erano una cinquantin­a) per il collocamen­to mirato. I patti di servizio legati alla Naspi sono stati 283 nell’ultima settimana di marzo, un dato leggerment­e superiore al solito, ma non ancora particolar­mente significat­ivo. La previsione è che si inizierann­o ad avere movimenti maggiori dopo la metà di aprile. Anche il reddito di cittadinan­za è rallentato ovviamente: in un mese le domande sono passate da 3.140 a 3.342. Quel che è cambiato, in questo mese, è che anche l’attività dei navigator si è praticamen­te fermata ed è inutile dire che — per chi ha il compito di favorire domanda e offerta di lavoro — nei prossimi mesi si ritroverà con meno aziende che vogliono assumere e più disoccupat­i da gestire. Sospesi anche quasi tutti i tirocini, a parte qualche rara eccezione.

I centri per l’impiego, pur con tutte le difficoltà legate alla novità e al nuovo modo di lavorare in modalità a distanza, sono operativi per tutti i servizi. «Tutto quello che è possibile fare da remoto lo si sta facendo — spiegano — ma i tempi sono più lunghi». Poi magari è anche un’opportunit­à, abitua a un lavoro più snello, impone una flessibili­tà di pensiero e la fine di una certa routine. Tutte cose di cui ci sarà grande bisogno nei prossimi mesi, quando i centri per l’impiego provincial­i (e allo stesso modo l’Inps, i patronati e via dicendo) saranno chiamati a sforzi ulteriori.

"Stiamo facendo tutto ciò che è possibile fare da remoto, ma i tempi sono più lunghi

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Badanti Molte lavorano in nero e non hanno alcun ammortizza­tore sociale (Ansa)

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