La casa a 10 piani dei ricercatori Ecco il progetto per l’area Expo
Il presidente della fondazione Human Technopole: «Burocrazia da tagliare»
«Abbiamo imparato in questi giorni quanto sia importante la scienza per essere preparati di fronte all’emergenze». Non c’è rivendicazione nelle parole di Marco Simoni, presidente della Fondazione Human Technopole — neanche quel pizzico di bullismo logico che compare a volte nelle dichiarazioni degli specialisti —, quando annuncia il nome del vincitore del progetto che realizzerà la «Casa dei ricercatori», tassello fondamentale per completare il Campus delle scienze della vita a Mind, il distretto dell’innovazione milanese. Un edificio di dieci piani che ospiterà laboratori all’avanguardia e almeno ottocento ricercatori che potranno scambiarsi dati e informazioni fondamentali per lo sviluppo della ricerca. Semmai c’è l’amarezza di non poterci essere da subito. Il progetto vincitore è «sospeso». Come sono «sospesi» i cantieri degli altri laboratori causa coronavirus. Se c’è un rammarico e una rivendicazione riguarda quello che accadrà dopo la fine dell’emergenza. «È importante che il governo rifletta su come aiutare Arexpo e le stazioni appaltanti a procedere in fretta — dice Simoni — . Va tagliata la burocrazia. Bisogna far partire i cantieri il prima possibile, perché il problema non è trovare la risorse ma come spenderle. Non ci possiamo permettere i tempi lunghi. Non possiamo utilizzare le regole normali per tempi eccezionali come questi».
Scheda tecnica. A vincere il concorso internazionale per il Palazzo della ricerca sono gli architetti dello studio milanese Piuarch. Per la costruzione dell’opera è previsto un investimento fino a 94,5 milioni di euro. Massimo 1.100 giorni di lavoro consecutivi, pari a circa 3 anni per vedere il nuovo edificio. Dieci piani in tutto. Altezza massima 61 metri. Il palazzo si svilupperà su una superficie di 35 mila metri quadrati di cui oltre 16.500 dedicati a laboratori di biochimica e biologia molecolare, dotati di strumentazioni d’avanguardia tra cui microscopi ottici e con 800 postazioni di lavoro per i ricercatori. La parola d’ordine è «flessibilità» in base al tipo di ricerca che si dovrà svolgere e «condivisione delle informazioni». Tremila i metri quadri di terrazze e coperture verdi.
In attesa che il governo prema il pulsante di start, Human Technopole partecipa già alla battaglia contro il Covid 19. Ci sono due progetti in campo spiega il direttore Iain Mattaj. Il primo, curato da Florian Jug e Francesco Iorio, entrambi data scientist, «ha messo a disposizione la capacità di calcolo di Human Technopole con una piattaforma online cui i medici posso chiedere aiuto fornendo dati sanitari per trattare pazienti Covid», ha spiegato Mattaj. Il secondo progetto si inserisce invece nell’ambito europeo «Lifetime». Guidato da Giuseppe Testa, a capo del settore di neurogenomica di Human Technopole, «è a lungo termine e servirà per capire come il Covid-19 ha impatto su organi e cellule dei pazienti. Il progetto è ancora agli inizi». In Italia avrà come partner, oltre a Human Technopole, lo Ieo, il Sacco e la Statale. «Lo spirito di Ht — ha aggiunto Mattaj — è già visibile nell’approccio adottato in questi giorni per fronteggiare la crisi sanitaria globale: agevolare la condivisione di dati e la collaborazione tra istituti, Il nuovo edificio rappresenterà il cuore dell’attività scientifica di Ht. Qui verrà formata la prossima generazione di ricercatori». Una preghiera laica condivisa dal presidente di Arexpo, Giovanni Azzone: «Il grande palazzo dei ricercatori di Ht rappresenterà un’eccellenza per la ricerca italiana proprio nel cuore di Mind. Ricerca e innovazione sono le fondamenta del nostro futuro e mai come in questo periodo ne siamo consapevoli».