Ecco Martinelli pony dei farmaci
A Lodetto non c’è la farmacia, il ciclista di professione si da da fare per aiutare i 1.500 abitanti
Davide Martinelli, ciclista professionista, in questi giorni con la sua inseparabile bicicletta consegna farmaci agli anziani a Lodetto, dove non c’è farmacia.
A Lodetto ci sono 1.500 abitanti, tanta campagna e nessuna farmacia. Di questi tempi, in posti un po’ isolati come la piccola frazione di Rovato rifornirsi di medicine e generi alimentari di prima necessità è divenuto piuttosto complesso, soprattutto per le persone anziane che temono il coronavirus e stanno barricate in casa. Da qualche giorno però, nelle strade deserte c’è un corriere speciale che gira in bicicletta e consegna cibo e medicinali a chi non può uscire. Davide Martinelli, corridore dell’Astana Pro Team, non ha bisogno di un mantello per essere identificato come un supereroe moderno, a lui semmai occorre una «mantella», come in gergo ciclistico viene chiamato l’indumento per ripararsi dal vento, e una mascherina al posto della maschera. Zaino in spalla e casco in testa, Martinelli inforca la sua mountain bike e si improvvisa corriere. Porta cibo e medicine, ricevendo grazie che scaldano il cuore e che mitigano l’assenza di corse. Poi mentre sta tornando a casa per allenarsi sui rulli (due sessioni giornaliere, una al mattino e una alla sera), un anziano lo vede passare e gli grida che ha bisogno di qualcosa. Lui gira la bici, torna in paese e fa un’altra consegna. «L’idea nasce da un gruppo di ragazzi di Lodetto capitanato da mio cugino Stefano, factotum del mio fan club — afferma Martinelli — ho aderito con entusiasmo sentendomi in dovere di dare una mano. Andare in bici per un corridore è un mix di lavoro e passione, qui è solo passione. Vivo la quotidianità che mi sfugge quando sono in giro per il mondo e apprezzo il volontariato».
Senza la piaga del coronavirus, Martinelli avrebbe dovuto prendere parte a quasi tutto il calendario delle corse primaverili disseminate tra Italia e Belgio. «Mi dispiace aver perso questa primavera, sarebbe stato il primo anno in cui avrei potuto correre le classiche con maggiori libertà nella nuova squadra». Davide è infatti alla sua prima stagione nell’Astana dove ha ritrovato il padre Giuseppe, storico direttore sportivo «che certe volte mi stimola e altre volte mi riporta sulla retta via». Quale ciclismo ritroveremo dopo il coronavirus è invece più arduo da prevedere. «Sarà un nuovo inizio di stagione dove non esistono veri e propri favoriti. Spero che i grandi marchi che sponsorizzano il ciclismo non facciano un passo indietro ma, anzi, ne compiano due in avanti».