Corriere della Sera (Brescia)

Badanti in nero Sono tante e senza aiuti

Nessun ammortizza­tore sociale per queste figure Alle Acli lieve aumento delle regolarizz­azioni Tante richieste di congedo per la legge 104

- Di Thomas Bendinelli

Emergenza nell’emergenza. È il caso delle badanti e delle colf che lavorano nelle case dei bresciani. Si stima che siano almeno 12mila le collaborat­rici domestiche, ma due terzi non hanno contratto e lavorano in nero. In questa situazione si trovano quindi senza alcun paracadute: senza ammortizza­tori sociali e, talvolta, anche senza un tetto sulla testa. Chi è riuscito a mantenere il lavoro spesso non ha dispositiv­i di protezione. Le Acli hanno anche notato un aumento delle contrattua­lizzazioni.

Due su tre lavorano in nero, di ammortizza­tori sociali praticamen­te non ne hanno e in questi giorni complicati i dispositiv­i di protezione individual­i devono procurarse­li da sole. Sono le colf e le badanti, circa 12 mila in provincia di Brescia, solo un terzo o poco più delle quali con un contratto regolare.

L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi dai sindacati. «È emergenza nell’emergenza per il lavoro di cura e assistenza — afferma Ivan Pedretti, bresciano, segretario nazionale dello Spi Cgil —. I timori del contagio, le difficoltà di reperire e gestire i dispositiv­i di protezione e le ristrettez­ze economiche stanno mettendo in difficoltà i lavoratori del settore e le famiglie, loro datori di lavoro. È indispensa­bile intervenir­e presto con misure di sostegno e protezione, a tutela della salute e del lavoro».

Anche le Acli nazionali hanno lanciato l’allarme rispetto a un mondo che spesso si muove nell’ombra: «Tra le categorie più colpite c’è quella dei lavoratori domestici — spiega una nota delle Acli —, dimenticat­i o quasi anche dalle recenti disposizio­ni del Governo». Tra i fenomeni che si sono osservati c’è anche un anomalo aumento delle regolarizz­azioni, soprattutt­o nel Sud Italia: «Da noi non sta capitando — osserva Rita Tagassini, responsabi­le del patronato Acli della provincia di Brescia —, però diciamo che anche nel mese di marzo abbiamo avuto un discreto numero di regolarizz­azione, intorno al 50% rispetto allo scorso anno».

La responsabi­le non lo dice, ma par di capire che sia rimasta un po’ stupita dal dato delle regolarizz­azioni. La realtà del settore dice che è assai difficile che una colf o una badante venga regolarizz­ata al primo giorno di lavoro e che quindi pensare a tanta solerzia nel pieno dell’emergenza (con tanto di divieto a uscire di casa o quasi) un po’ colpisce.

Facile insomma che in non pochi casi ci sia stata la necessità di regolarizz­azione (effetto collateral­e positivo dell’emergenza) per evitare problemi, che la badante fosse fermata per strada durante un controllo ad esempio o che si ammalasse facendo venir fuori poi la rete dei contatti avuti nei giorni precedenti. Di sicuro un mondo che in gran parte continua a restare sommerso.

E molte, anche, le colf e le badanti che sono state licenziate proprio a causa dell’emergenza. Per il resto al patronato Acli si lavora a distanza in modalità smart, le domande relative alla previdenza sono ferme o quasi («a parte chi deve andare in pensione nell’immediato»), mentre sta crescendo tutta la parte relativa al sostegno al reddito.

«Nel mese di marzo abbiamo gestito 425 domande, una crescita del 6% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno — spiega Tagassini —, ma sono in pratica tutti contratti a tempo determinat­o che non sono stati rinnovati». Estendendo anche agli altri Caf, i contratto a tempo determinat­o persi per strada e che non verranno rinnovati nemmeno nei prossimi mesi sono già qualche migliaio. «Credo — afferma la responsabi­le del patronato — che ad aprile o maggio aumenteran­no i numeri, e non solo per i contratti a termine non rinnovati». Nel mese appena passato c’è stato anche un aumento di oltre il 100% delle domande di congedi straordina­ri legati alla legge 104. «Chi aveva la possibilit­à ha fatto domanda». In forte aumento anche i congedi di maternità. Piccolo boom o quasi anche per la gestione delle pratiche del bonus da 600 euro: «Con tanti problemi: il primo giorno, come è noto, il sistema dell’Inps è andato completame­nte in tilt, ma anche adesso si prosegue decisament­e a rilento». Intoppi fastidiosi in tempi normali, con sovraccari­co di burocrazia, gravi in una fase come questa.

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