Tamponi, rete potenziata
Le analisi dei campioni anche al Synlab di Castenedolo
Anche il Synlab si unisce alla rete dei laboratori che analizza i tamponi. A Brescia tamponi nel laboratorio di Microbiologia del Civile e allo Zooprofilattico.
Anche il Synlab si unisce alla rete dei laboratori che in Lombardia analizza i tamponi per il coronavirus. Da ieri, infatti, il laboratorio centrale di Castenedolo — che serve tutto il Nord Italia — è entrato a far parte delle 31 strutture di analisi che collaborano con la Regione. «Possiamo testare fino a 10 mila tamponi al giorno, ma resta il problema della disponibilità di reagenti» ha detto l’assessore al Welfare Giulio Gallera. Brescia però si muove: c’è il laboratorio di Microbiologia e Virologia degli Spedali Civili, che serve soprattutto per le situazioni cliniche più urgenti, poi è attivo l’Istituto Zooprofilattico di via Bianchi, che ha aumentato del 60% la propria capacità di processare tamponi (da mille a 1.600) e ora ci sono anche i numeri di un privato come Synlab. «Abbiamo sin da subito dato la nostra disponibilità alla Regione» spiega l’amministratore delegato Giovanni Gianolli. Attenzione però agli equivoci: «Nessun tampone verrà effettuato» nei punti prelievo della rete Synlab.
«L’analisi — precisano — sarà svolta esclusivamente su campioni prelevati nelle strutture competenti» indicate dalla Regione. Quindi ospedali e cliniche. Poi il tampone sarà processato nel laboratorio di Castenedolo.
L’altro versante è quello dei test sierologici, che potrebbero aiutare a capire quante persone abbiano già sviluppato gli anticorpi al Covid: con un prelievo di sangue si riuscirebbe a capire chi può tornare al lavoro. Su questo tema il sindaco Emilio Del Bono fa sapere che «il Comune di Brescia si candida ad essere un ente dove condurre le sperimentazioni necessarie, in modo tale da garantire ai suoi dipendenti impiegati in settori di pubblica utilità (oltre 1.600) di poter tornare al lavoro con delle garanzie sanitarie». «La via dei test sugli anticorpi è quella da percorrere: ci consente di sapere se e quanti sono da un lato non più contagiosi e dall’altro se siamo protetti» ha detto Gallera, che ha ospitato l’intervento di Carlo Perno, direttore del Laboratorio del Niguarda (Milano). In questa fase di stabilizzazione e discesa dei contagi «è necessario iniziare a parlare di test anticorpali». Ma avendo ben presente che «gli anticorpi — spiega Perno — si producono non prima di una settimana dal contagio e solitamente dopo due o tre settimane». L’obiettivo è «monitorare la circolazione del virus nella società» e così «stabilire i tempi della ripartenza». Tra i 120 kit messi a disposizione per questi test «ce ne sono anche di rapidi che prevedono solo il prelievo da polpastrello», ma l’affidabilità è la questione centrale: «Alcuni di questi test si sono rivelati inadeguati» conferma Perno. L’orientamento è prediligere i test più affidabili e poi testare «centinaia di migliaia di persone così da fornire informazioni alla politica per decidere». (m.tr.)
"Perno Attenzione ai kit rapidi, bisogna scegliere i più affidabili per monitorare il virus