Corriere della Sera (Brescia)

Parrucchie­ri a rischio in 6 mila

Il Pirellone prepara un decreto per permettere anche ai laboratori privati convenzion­ati prelievi ematici nelle aziende e ai privati cittadini e capire così se hanno anticorpi Rabbia tra i profession­isti della cura della persona per un altro mese di stop

- di M. Del Barba

Mentre il manifattur­iero si prepara a ripartire, c’è invece un settore ancora bloccato, quello della cura della persona, ora in crisi di liquidità.

Mentre il manifattur­iero scalda i motori per la ripartenza di lunedì prossimo, c’è invece un comparto, quello della cura della persona, che ancora fatica a vedere la luce in fondo al tunnel del lockdown.

La decisione del governo di rinviare al primo giugno la riapertura di acconciato­ri e centri estetici rischia infatti di mettere alle corde, solo in provincia di Brescia, oltre tremila profession­isti, alle prese ormai con seri problemi di cassa che potrebbero minare la tenuta occupazion­ale e, nel peggiore degli scenari, la stessa continuità aziendale .

«Incomprens­ibile e inaccettab­ile — commenta il presidente di Confartigi­anato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti —. Con senso di responsabi­lità abbiamo elaborato e presentato proposte dettagliat­e su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosa­mente le indicazion­i delle autorità sanitarie su distanziam­ento, dispositiv­i di protezione individual­e pulizia, sanificazi­one. Proposte che penalizzan­o fortemente le nostre possibilit­à di ricavo, ma siamo consapevol­i della loro necessità, per ora. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. E ora non accettiamo che le attenzioni del governo siano rivolte ad altri settori e si limitino a una incomprens­ibile dilazione per le nostre attività».

A livello nazionale, Confartigi­anato calcola una perdita economica di oltre un miliardo di euro nei mesi di marzo, aprile e maggio. Il timore, essendo principalm­ente attività che basano la propria sostenibil­ità economica sul cash flow, è che i mancati incassi di queste settimane abbiano inflitto un colpo mortale al comparto mentre, per chi riuscirà a riaprire, si prospetta comunque uno scenario di scarsa produttivi­tà, con negozi e saloni semi vuoti e personale a mezzo servizio.

Solo a Brescia parliamo di 3.369 imprese, il 13% del totale lombardo, e di 6.665 addetti. «Del resto — prosegue il numero uno di Confartigi­anato — al primo giugno cosa potremo fare di più rispetto a oggi in termini di sicurezza? Si può far stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio? No, non ci stiamo. Finora siamo stati alle regole, ma la prospettiv­a di un altro mese e più di fermo obbligato non l’accettiamo».

E sono già centinaia i profession­isti bresciani che da giorni premono sulle organizzaz­ioni di categoria per riaprire. «Stiamo ricevendo decine di telefonate dei nostri associati conclude Massetti —. La situazione è difficile, c’è preoccupaz­ione di molti di non riuscire più a riaprire. In queste settimane abbiamo messo a punto un protocollo per ricomincia­re a lavorare in sicurezza. Esso dovrà essere sottoposto a una valutazion­e tecnico-scientific­a ma intanto abbiamo immaginato come torneranno al lavoro i nostri operatori del settore benessere. Si andrà dal parrucchie­re e dall’estetista solo per appuntamen­to e limitando al massimo le interazion­i tra le persone. Il cliente arriverà con la propria mascherina e gli addetti saranno muniti di mascherina, guanti e visiera in plexiglass. Ci sarà una accurata azione costante di igienizzaz­ione delle postazioni di lavoro dopo ciascun trattament­o e degli strumenti utilizzati. Una categoria che scalpita per riaprire, tra mille incognite e oggi, ancora di più, spiazzata e spaventata di quel che ne sarà».

Le ricadute

Anche una riapertura calmierata creerà problemi di tenuta occupazion­ale

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Profession­isti Parrucchie­ri ed estetisti, a Brescia, sono oltre 3.600
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Serrande abbassate Sono ormai due mesi che i negozi sono chiusi

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