Accolto il Sos delle imprese: Regione sblocca i test privati
Il pressing del mondo industriale, che chiedeva più test e tamponi per guidare la «fase due» ha dato i frutti sperati. La Regione Lombardia sta predisponendo un decreto con cui sbloccherà i test sierologici anche nei laboratori privati accreditati. C’è di più. Tutti i risultati ottenuti andranno alle Agenzia di tutela della Salute (Ats) che li elaborerà dando poi indicazioni agli imprenditori. I lavoratori che presenteranno anticorpi al Covid (una stima ufficiosa parla del 15% dei bresciani) verranno sottoposti a tampone, per capire se sono ancora infetti.
L’ordinanza regionale è attesa tra oggi e domani ed sarà immediatamente operativa. Darà la possibilità ai laboratori accreditati di dare il via a migliaia di analisi al giorno anche su privati cittadini. Già oggi le liste d’attesa sono chilometriche. La gente vuole sapere se ha sviluppato anticorpi, anche se questo non dà la certezza di immunità. La parte del leone la giocherebbe Synlab, che ha un’ottantina di punti prelievo in provincia. Altro tema importante: la Regione è indirizzata ad autorizzare tutti i test con marcatura CE. Priorità verrà data a quelli con prelievo venoso (l’affidabilità è oltre il 96%). Quindi non solo quelli DiaSorin, scelto da Regione per i suoi ospedali pubblici ma anche Abbott
(multinazionale Usa che ha vinto la gara di fornitura per il ministero della Salute) Snibe, Pantec, Beckmann Coulter ed altri. Ancora in forse l’autorizzazione dei test rapidi pungidito (l’affidabilità e minore) che però in altre regioni d’Italia sono praticabili (la Toscana ha autorizzato quelli Menarini). L’obiettivo, tardivo ma importante, è di aumentare in modo massiccio il monitoraggio della popolazione,
Boom di prenotazioni Non solo le aziende ma anche i singoli cittadini vogliono sapere se hanno sviluppato anticorpi al Covid
a partire da quella lavorativa, come hanno fatto altre regioni del nord. Già, perché i test pubblici ospedalieri (per ora 10mila al giorno, di cui oltre 3 mila nel Bresciano) non bastano a guidare la ripresa. Asst Spedali Civili per ora ha testato tutti i 7.500 dipendenti del nosocomio e dell’università di Medicina e ha iniziato ad analizzare i 10 mila dipendenti delle altre Asst (partendo da quella di
Franciacorta) . Tra città e provincia si testano anche a 200 persone al giorno delle 5 mila in isolamento domiciliare, presenti negli elenchi Ats. Il 4 maggio partiranno anche i test del ministero (150 mila in tutta Italia).
Le aziende si preparano a ripartire con dispositivi di sicurezza e distanziamento obbligatorio ma vogliono garanzie in più. Per questo il 5% degli imprenditori è già ricorso al supporto di laboratori di analisi non accreditati per fare dei test sui dipendenti (come Omr di Rezzato o Colosio di Botticino). «Saremo noi ad elaborare i loro risultati» aveva detto al Corriere il direttore Ats, Claudio Sileo. Ora devono arrivare dall’Istituto Superiore di Sanità anche indicazioni su come gestire il rientro in azienda di coloro che hanno già anticorpi: impossibile prevedere reparti dedicati ma si deve capire con quale modalità affiancarli a chi il virus non l’ha ancora avuto. Per questo saranno essenziali molti più tamponi, in grado di dire se un lavoratore è ancora infetto o no. In Lombardia se ne fanno 15 mila al giorno contro i i 20 mila del Veneto che però ha la metà degli abitanti ed è stato molto più efficiente. A Brescia dal fine settimana i tamponi passeranno da 4 a 5 mila al giorno.