«È stato un attimo di follia» Le prime ammissioni al pm
Domani comparirà davanti al gip, per l’interrogatorio di convalida dell’arresto nel carcere di Canton Mombello. E potrà «spiegare» ancora la sua verità. Ma Gianluca Lupi, subito dopo la morte della moglie, nella notte, è già stato sentito a lungo nella caserma dei carabinieri di Verolanuova dal sostituto procuratore Carlo Pappalardo (che ha disposto l’autopsia), assistito dall’avvocato Gianbattista Scalvi, il quale oggi andrà a colloquio in carcere. Ha risposto a tutte le domande del pm. «Ho avuto un raptus, è stato un attimo di follia» ha ribadito agli inquirenti, lasciando intendere che lui, la compagna di una vita, non la voleva uccidere. A innescare la rabbia degenerata nel sangue la decisione di lei di voltare pagina e andarsene di casa. «Domani mattina dobbiamo andare dall’avvocato per la separazione», gli ha ricordato venerdì sera. Lui ci avrebbe provato di nuovo, a farle cambiare idea. Chiedendole, peraltro, «ma perché ti sei messa con lui? Davvero vuoi lasciare tutto e rovinare la nostra famiglia?» avrebbe domandato alla sua «Susy», facendo riferimento a una sua presunta relazione. Lei, stando alla sua versione, gli avrebbe risposto «in malo modo», mandandolo a quel paese. E facendo montare la furia. «A quel punto ho perso il controllo, non ci ho capito più niente», ha detto Lupi al magistrato, salvo poi chiedere dei suoi figli. (m.rod.)