Lucilla Giagnoni Il lato virtuale di una Chimera
La storica pièce ispirata al testo di Vassalli viene riproposta dal Ctb alla sua platea virtuale Giagnoni: «Il virus è pericoloso ma bisogna insegnare la fiducia»
Il teatro è stato annullato, lei non lavora ma è perennemente occupata a progettare. Come Penelope, tesse e disfa: Lucilla Giagnoni ha il metabolismo di una macchina celeste. A Novara, dove dirige il Faraggiana, con l’hastag #essercidacasa si è inventata l’iniziativa Vespri danteschi: ogni sera dal 13 marzo alle 18.30 legge un canto della Divina Commedia (canale youtube Lucilla Giagnoni Channel). «Finché il teatro dovrà restare chiuso, ogni giorno compirò questo gesto: far risuonare la poesia per uscire dall’inferno. Abbiamo raggiunto 50 mila visualizzazioni, quasi il totale di pubblico di una stagione». In parallelo, stasera e domani, nell’ambito della rassegna virtuale Il posto delle fragole, il Ctb propone una sua produzione, Il racconto di Chimera, ispirato al testo di Sebastiano Vassalli, di cui la Giagnoni fu straordinaria interprete qualche anno fa.
«Un documento d’archivio recuperato come un ricordo — commenta —. Per noi teatranti è un annus horribilis questo. I teatri sono chiusi come le scuole e le chiese. Non a caso proprio i luoghi vocati alla cura e alla crescita spirituale e culturale delle persone. È preoccupante, non le sembra? Certo,il digitale in questo momento è una necessità, un mezzo per sopravvivere alla quarantena, anche se così si snatura l’identità del teatro stesso che è comunità fisica. Il palcoscenico sul web va considerato come un atto resistente che potrebbe avere un senso forte se si riscoprisse la consapevolezza del sacro: in passato le donne assistevano ai riti dietro una grata. Ecco, il teatro digitale potrebbe essere un sorta di velo che rende più solenne la celebrazione in attesa di quel teatro che è invece comunità viva e vera».
Il ritorno alla normalità è ancora un’incognita. Che fare nel frattempo? «Teatri aperti da mattina a sera con pubblico scaglionato e distanziato, con le opportune cautele: un’idea già avanzata da Vacis e Balasso. L’epidemia è pericolosa, lo capisco, ma bisogna anche insegnare la fiducia e debellare le paure. Il racconto di Chimera narra la storia di una ragazza bruciata come strega, perché un vescovo voleva fare una riforma per la quale tutti dovevano essere per forza santi. Oggi la società ci impone di essere sani, ma esistono purtroppo anche le malattie. È importante pensare anche al dopo, che prima o poi arriverà». In questi giorni di contagio, non sono mancati i rimandi analogici e letterari a Manzoni, Boccaccio, Camus… Ci è dimenticati de Il settimo sigillo di Ingmar Bergman in cui, mentre la peste imperversa, il cavaliere Antonius Blok (Max von Sydow) distrae la Morte giocando a scacchi e salva la vita a una famiglia di attori e saltimbanchi. Un omaggio al teatro che va aldi là dei destini individuali. «Già, non si vive di solo lavoro, ci sono anche i sogni e bisognerebbe insegnare che la libertà non è solo passeggiare lungo i Navigli».
Il racconto di Chimera è visibile oggi dalle 10 alle 24 e, in replica, domani sempre gratuitamente sul sito del Ctb. Sempre domani, sul medesimo sito, il Pitocchetto viene raccontato da Monica Ceccardi e Alessandro Quattro.
"La maschera del web Il digitale ora è una necessità, un mezzo per sopravvivere, anche se così si snatura l’identità del teatro stesso che è comunità fisica