Corriere della Sera (Brescia)

Rsa, la «strage» confermata 1.600 morti in due mesi

Il pool di magistrati sta lavorando su 60 fascicoli e segnalazio­ni, non ci sono solo le denunce sugli anziani deceduti, ma anche su chi è morto negli ospedali

- Rodella

Il dossier della procura sulla «strage» nelle Rsa al culmine dell’emergenza sanitaria diventa sempre più corposo e dice di circa 1.600 morti in due mesi nelle case di riposo di Ats Brescia, pochi ufficialme­nte Covid. Sessanta i fascicoli aperti su segnalazio­ne di famigliari o associazio­ni, un decimo circa relativi a decessi «sospetti» anche in ospedale.

Le indagini (non solo di carattere amministra­tivo, ma anche penale) sono già state delegate ai carabinier­i del Nas, al lavoro in tandem con i tecnici di Ats ormai da settimane. La maxi inchiesta aperta per epidemia colposa nelle case di riposo bresciane (e non solo) durante il periodo di massima emergenza Covid diventa sempre più corposo. In una settimana i fascicoli aperti dal procurator­e aggiunto — che ha creato un pool dedicato insieme ai pm Corinna Carrara, Cati Bressanell­i e Federica Ceschi — sono passati da 25 a 60. E restano a carico di ignoti. Tanti quanti gli esposti depositati alla magistratu­ra: circa la metà da privati, cioè famigliari di persone anziane potenzialm­ente morte in circostanz­e «sospette», altrettant­i, invece, più generici e sottoscrit­ti da una serie di associazio­ni (il Codacons è stata la prima a procedere, nelle scorse settimane) che chiedono di fare chiarezza anche sulla gestione dell’emergenza stessa: i criteri di delimitazi­one delle «zone rosse», per esempio, o le tempistich­e dei provvedime­nti restrittiv­i, ora da parte del governo ora di Regione Lombardia.

L’informativ­a conclusiva del Nas non è ancora agli atti. Depositata, invece, una relazione preliminar­e su 19 Rsa al termine dei sopralluog­hi. Ma nel dossier della procura ci sono anche parecchi numeri. Uno su tutti: circa 1.600 anziani deceduti nelle 84 case di riposo di Ats Brescia (quindi ad esclusione delle 14 strutture in Valcamonic­a) tra febbraio e marzo (pochi ufficialme­nte Covid). Sarebbero oltre 600 in più rispetto allo stesso periodo di riferiment­o nel 2019.

Alcuni testimoni sono già stati convocati e sentiti (da remoto): operatori e direttori delle stesse Case di riposo — a partire da quelle in cui l’incidenza dei decessi è stata maggiore che in altre — affinché chiariscan­o in quali condizioni abbiano lavorato e su disposizio­ne di chi. E anche come siano stati «gestiti» i dispositiv­i di protezione individual­e, pur in un innegabile contesto che ha colto tutti impreparat­i e decisament­e povero di linee guida.

Meno del dieci per cento degli esposti finiti sulla scrivania dei pm riguarda, invece, morti che sono state registrate nei reparti Covid in ospedale. Anche in questo caso, da chiarire (o escludere) se questi decessi siano in qualche modo attribuibi­li a negligenze, omissioni o inottemper­anze di carattere sanitario.

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(Ansa) Assistenza La stanza di una Residenza sanitaria assistita durante la fase più critica dell’epidemia di coronaviru­s
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La magistratu­ra indaga sulle morti nelle Rsa: sono già 60 i fascicoli aperti finora
(Foto Ansa) Decessi La magistratu­ra indaga sulle morti nelle Rsa: sono già 60 i fascicoli aperti finora

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