Corriere della Sera (Brescia)

Brescia, ecco l’operazione futuro

Cellino ci ha ripensato: il Brescia è pronto a giocare. Ma solo in totale sicurezza

- Di Luca Bertelli

Massimo Cellino ci ha ripensato: il suo Brescia adesso è pronto a ritornare in campo. Ma a due condizioni: la sicurezza dei suoi atleti e la possibilit­à di giocare le gare interne al Rigamonti, pur a porte chiuse. La società si è intanto attrezzata per acquistare i test sierologic­i per poter sottoporre sia gli atleti sia lo staff al prelievo.

Sempre un passo avanti, secondo i sostenitor­i. Oppure sempre pronto a fare un passo indietro, se necessario, secondo i detrattori.

Massimo Cellino si odia o si ama, è bianco o nero, la via di mezzo è impossibil­e e a Brescia il partito dei fan sovrasta ancora di gran lungo quello degli hater. Mentre il calcio si prepara alla fase due, da lunedì 18 maggio, con la ripresa degli allenament­i collettivi, il presidente delle rondinelle sta già pensando al domani. Anzi al dopodomani, ossia la prossima stagione, non prima però di aver fatto marcia indietro sull’oggi: adesso anche lui si è allineato alla posizione della maggioranz­a della Lega Serie A, dopo aver più volte ribadito che la stagione 2019-20 per lui fosse da terminare. Vuole giocare, o almeno provarci, ponendo due condizioni: la sicurezza dei suoi atleti e la possibilit­à di giocare le gare interne al Rigamonti, pur a porte chiuse.

La posizione si era ammorbidit­a già la scorsa settimana, come era emerso martedì scorso nella riunione tra le venti squadre di Serie A: qui Cellino, resosi conto delle difficoltà economiche di alcuni club nel caso in cui Sky, Dazn e Img non versassero l’ultima delle sei rate milionarie per i diritti tv, aveva anche invitato i colleghi a non fatturare quanto non era stato ancora versato. La società si è intanto attrezzata per acquistare i test sierologic­i, attesi nelle prossime ore, si spera già in mattinata, per poter sottoporre sia gli atleti sia lo staff al prelievo. Non basterà: questa settimana servirà anche un doppio tampone per ogni tesserato e in Lombardia le disponibil­ità scarseggia­no ovunque.

Cellino, da luglio, non sarà tuttavia più un uomo solo al comando: ha scelto di avvalersi di un nuovo direttore generale, un uomo dei conti e non un consulente di mercato, dove continuerà ad operare in simbiosi con Stefano Cordone. La scelta, dopo il veloce interregno di Andrea Cardinalet­ti, terminato già a Natale, è ricaduta su Luigi Micheli, 63 anni, storico amministra­tore delegato dello Spezia, anche se non più in carica. Non sarà tesserabil­e sino al prossimo 4 luglio, quando scadrà la squalifica di otto mesi ancora pendente per il «caso nigeriani»: la Procura federale della Figc stabilì, lo scorso novembre, che la dirigenza spezzina aveva fatto entrare in Italia alcuni minori nigeriani con un accompagna­tore e tramite rilascio di un permesso temporaneo, emesso a seguito della richiesta degli stessi genitori dei ragazzi, selezionat­i nelle scuole calcio di Abuja. Una volta in Italia, venivano invece fatti risultare non accompagna­ti al fine di ottenere il permesso di soggiorno e la nomina di tutori legali dei minori. Tutto da decifrare, invece, il nome dell’allenatore per la prossima annata. Diego Lopez ha un contratto triennale, ma le sue valutazion­i dipenderan­no dalla categoria. E un altro uruguaiano è finito sull’agenda di Cellino: si tratta di Paolo Montero, ex difensore della Juventus, da quest’anno tecnico della Sambenedet­tese in Serie C. Ora, però, testa al presente.

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Il presidente Massimo Cellino
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Il presidente Massimo Cellino è pronto a far giocare il suo Brescia

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