Il 54% dei bresciani è stato contagiato Il numero dei positivi sale a 13.738
L’Asst più colpita è quella della Franciacorta: positivo agli anticorpi il 40% dei sanitari, sul Garda si fermano al 9%, mentre al Civile il 12%
A forza di fare tamponi, come nelle case di riposo, oppure test sierologici (c’è una platea di migliaia di sintomatici isolati a casa, da cui pescare), il numero dei contagiati continua a crescere. Si tratterebbe di persone già ammalate di cui prima non si aveva un riscontro di laboratorio, ma che ora stanno emergendo ufficialmente.
Ne sono convinti i vertici dell’Ats di Brescia che anche ieri, a fine giornata, hanno registrato 55 nuovi casi nel loro territorio (12.054 in totale), a cui bisogna aggiungere altri 70 positivi registrati in Vallecamonica (1.684 totale) di cui solo quattro riferiti, ieri, alle
Rsa. A conti fatti, il Covid-19 ha contagiato ufficialmente 13.738 bresciani: un bilancio che è il secondo più alto di tutta la Lombardia, dietro a Milano.
Ieri le pompe funebri hanno contato solo tre nuovi decessi: uno a Visano e due in Vallecamonica. Ciò nonostante, il bilancio dei morti per Covid-19 resta altissimo: 2.565 decessi. Nella fase due la mappatura dei contagi prosegue, ma il merito è sopratutto dei test sierologici per la ricerca degli anticorpi. Tra ieri e oggi si attendeva l’approvazione della delibera che apre a tutti i cittadini la possibilità di pagare – di tasca propria – un test sierologico. I laboratori privati sono pronti. Quelli ospedalieri, finora, hanno eseguito quasi sempre tamponi a due popolazioni “target”: i sintomatici mai ricoverati in ospedale e i contatti di casi Covid, isolati a casa. Si tratta di due fasce con un rischio più elevato della popolazione in generale, ma i loro numeri aiutano a capire quanto il virus si sia diffuso: nell’Ats di Brescia il dato dei contagi è del 54%, a fronte cioè di 937 cittadini, 504 sono risultati positivi; in Vallecamonica il virus ha raggiunto il 59%, come nella Bergamasca.
Tra gli operatori sanitari, invece, l’Asst più colpita è quella della Franciacorta: tra Chiari e Iseo risulta positivo agli anticorpi il 40% dei sanitari, sul Garda si fermano al 9%, mentre agli Spedali Civili il Covid ha raggiunto il 12%. Tra Esine ed Edolo, invece, siamo al 10,7%.
E mentre i sierologici sono destinati a crescere, si amplia anche la platea delle persone che possono sottoporsi al tampone su prescrizione del medico. Una scelta maturata solo di recente da Palazzo Lombardia e come tale criticata dal Partito democratico. Il quadro che emerge dalla Protezione civile al 7 maggio «è disarmante: in Lombardia sono 262.964 le persone sottoposte a tampone mentre in Veneto – dicono i consiglieri regionali Samuele Astuti e Gianantonio Girelli – sono 236.281».
Per loro non ci sono dubbi: «i tamponi che vengono effettuati in Lombardia sono ancora insufficienti», l’indagine è giudicata «troppo superficiale» e «si è concentrata soprattutto sui sintomatici, impedendo di andare a fondo nel tracciamento dei contatti dei positivi. Diversamente il Veneto è riuscito, in questi mesi, ad allargare la propria rete di analisi, non basandosi solo sui sintomi ma sulla prossimità tra le persone. Mantenendo questo approccio approssimativo — ripetono dal Pd — è evidente che la gestione continuerà a brancolare nel buio con il possibile effetto di trovarci, tra due settimane, con qualche brutta sorpresa».
La spiegazione Per Ats i nuovi contagi sono solo l’emersione di persone infettate ormai da tempo
Le relazioni Il Pd resta critico: più esami non solo ai sintomatici, ma tra chi è in contatto