Lucefin Esine: «Avanti al 50% delle capacità»
Il mondo della siderurgia non si ferma nemmeno in tempi di coronavirus e con l’arrivo della Fase 2 le aziende del comparto ripartono. Il gruppo Lucefin di Esine, holding specializzata nel settore siderurgico della produzione e distribuzione di barre in acciaio finite a freddo laminate e forgiate, racconta così la tanto attesa ripresa: «La nostra azienda si è dovuta tempestivamente adattare all’emergenza — spiega l’ad Giorgio Buzzi —: una delle nostre controllate ha sede proprio vicino a Codogono, dove è iniziata l’epidemia, e per questo fin da subito abbiamo adoperato tutte le precauzioni per il lavoro in sicurezza dei nostri dipendenti con l’utilizzo dei dispostivi idonei. Essendo così vicini all’epicentro della pandemia abbiamo agito più rapidamente rispetto ad altri. Il settore siderurgico ha il vantaggio che nei reparti produttivi il distanziamento tra i lavoratori già esisteva — prosegue Buzzi — in quanto la produzione viene pianificata insieme al mantenimento di spazi che possano permettere a tutti gli addetti di lavorare in modo sicuro. La situazione più complessa ha riguardato i dipendenti amministrativi in ufficio, costretti al necessario passaggio di documenti per adempiere le procedure contrattuali. In questo caso lo smart working fortunatamente è stato di grande aiuto. Il lavoro agile ha aiutato sopratutto le dipendenti donne, ha consentito loro di rimanere a casa per prendersi cura dei propri figli e al tempo stesso di lavorare a pieno ritmo necessario per mandare avanti il lavoro». «Dall’analisi e dal controllo di gestione dei costi aziendali il gruppo ha rilevato un aumento dell’efficienza e del risparmio grazie al lavoro effettuato in Vpn da remoto — spiega il manager Germano Fedriga —: le trasferte che prima incidevano notevolmente sui costi aziendali per riunioni oggi si fanno regolarmente in conference call tramite smart working . Durante la Fase 2 l’azienda prevede turnazione dei dipendenti e il rientro dei sui 600 addetti». Fino ad ora la ripresa è stata graduale: il 20-30% dei dipendenti ha continuato a lavorare grazie alle deroghe concesse dalla Prefettura, mentre da una settimana l’azienda è attiva col 50% della sua forza lavoro. «Non appena si ritornerà in piena attività si rientrerà al 100% cercando di recuperare sul primo trimestre» conclude Buzzi.