Ruolo chiave per i medici del lavoro
Professione che torna in auge con il Covid-19
Torna in auge il ruolo del medico del lavoro, una figura professionale un po’ in ombra, che l’emergenza Covid ha fatto riemergere. Il ruolo del medico del lavoro è chiave: suo il compito di isolare i nuovi possibili contagi, allertare il medico di famiglia in modo da ricostruire subito la rete di contatti.
Con centinaia di imprenditori che vogliono sottoporre i dipendenti ai test sierologici, torna in auge una figura chiave come quella del medico del lavoro. Bisogna infatti coordinare e valutare l’attività di prevenzione, il rispetto delle norme che possono ridurre la trasmissione del virus e il controllo di eventuali contagi. Dopo la fase di emergenza e la fine del lockdown, quasi tutte le aziende stanno riaprendo i battenti.
Ma «saranno proprio gli ambienti di lavoro ad accogliere la massa di persone che potrebbero condizionare fortemente, nell’immediato futuro, la circolazione virale e quindi le residue occasioni di contagio» spiegano dall’Ats di Brescia. È dall’Agenzia infatti che dipende il servizio «Psal», acronimo di «Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro», diretto dal dottor Roberto Trinco. In questa fase lo Psal avrà il compito istituzionale di vigilare non solo sui tradizionali fattori di rischio sui luoghi di lavoro, ma dovrà anche accertarsi che le misure di contenimento del contagio da Covid-19 vengano rispettate.
Il distanziamento tra colleghi e l’uso di mascherine e dispositivi sono un prerequisito, che sarà rispettato più facilmente se si coinvolgono anche le associazioni di categoria e i sindacati.
Ma per i medici del lavoro l’altra sfida sarà isolare in fretta l’eventuale comparsa di nuovi contagi, ricostituendo la catena dei contatti e informando subito il medico di famiglia per avviare i tamponi dei contatti. Alcune aziende di Aib sono già partite in via sperimentale con l’Università di Brescia, scoprendo che l’1,5% dei lavoratori sottoposti a tampone è risultato un positivo asintomatico. Ma i medici del lavoro operavano ben prima del Covid-19, solo che spesso lo facevano dietro le quinte. L’anno scorso, per esempio, le imprese controllate dallo Psal sono state 4.067. In diversi ambiti. Infatti verificare a volte significa capire se i contributi regionali all’agricoltura (Psr), ottenuti per aumentare il livello di sicurezza e salute dei lavoratori, sono stati impiegati in maniera corretta. C’è poi tutta la categoria degli infortuni, che valuta rischi e responsabilità anche per conto della magistratura. L’edilizia è uno dei settori che spesso finiscono sotto la lente di questi professionisti, in particolare i cantieri. I medici del lavoro sono attivi anche all’interno di «gruppi multidisciplinari» che si occupano di linee strategiche in cantieri complessi come quelli dell’Alta velocità, nelle galvaniche e nel mondo della logistica, in ospedale e strutture sanitarie. Valutando non solo posture e movimentazione carichi, ma anche aggressioni e «stress lavoro correlato».