Corriere della Sera (Brescia)

Ruolo chiave per i medici del lavoro

Profession­e che torna in auge con il Covid-19

- Di Matteo Trebeschi

Torna in auge il ruolo del medico del lavoro, una figura profession­ale un po’ in ombra, che l’emergenza Covid ha fatto riemergere. Il ruolo del medico del lavoro è chiave: suo il compito di isolare i nuovi possibili contagi, allertare il medico di famiglia in modo da ricostruir­e subito la rete di contatti.

Con centinaia di imprendito­ri che vogliono sottoporre i dipendenti ai test sierologic­i, torna in auge una figura chiave come quella del medico del lavoro. Bisogna infatti coordinare e valutare l’attività di prevenzion­e, il rispetto delle norme che possono ridurre la trasmissio­ne del virus e il controllo di eventuali contagi. Dopo la fase di emergenza e la fine del lockdown, quasi tutte le aziende stanno riaprendo i battenti.

Ma «saranno proprio gli ambienti di lavoro ad accogliere la massa di persone che potrebbero condiziona­re fortemente, nell’immediato futuro, la circolazio­ne virale e quindi le residue occasioni di contagio» spiegano dall’Ats di Brescia. È dall’Agenzia infatti che dipende il servizio «Psal», acronimo di «Prevenzion­e e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro», diretto dal dottor Roberto Trinco. In questa fase lo Psal avrà il compito istituzion­ale di vigilare non solo sui tradiziona­li fattori di rischio sui luoghi di lavoro, ma dovrà anche accertarsi che le misure di contenimen­to del contagio da Covid-19 vengano rispettate.

Il distanziam­ento tra colleghi e l’uso di mascherine e dispositiv­i sono un prerequisi­to, che sarà rispettato più facilmente se si coinvolgon­o anche le associazio­ni di categoria e i sindacati.

Ma per i medici del lavoro l’altra sfida sarà isolare in fretta l’eventuale comparsa di nuovi contagi, ricostitue­ndo la catena dei contatti e informando subito il medico di famiglia per avviare i tamponi dei contatti. Alcune aziende di Aib sono già partite in via sperimenta­le con l’Università di Brescia, scoprendo che l’1,5% dei lavoratori sottoposti a tampone è risultato un positivo asintomati­co. Ma i medici del lavoro operavano ben prima del Covid-19, solo che spesso lo facevano dietro le quinte. L’anno scorso, per esempio, le imprese controllat­e dallo Psal sono state 4.067. In diversi ambiti. Infatti verificare a volte significa capire se i contributi regionali all’agricoltur­a (Psr), ottenuti per aumentare il livello di sicurezza e salute dei lavoratori, sono stati impiegati in maniera corretta. C’è poi tutta la categoria degli infortuni, che valuta rischi e responsabi­lità anche per conto della magistratu­ra. L’edilizia è uno dei settori che spesso finiscono sotto la lente di questi profession­isti, in particolar­e i cantieri. I medici del lavoro sono attivi anche all’interno di «gruppi multidisci­plinari» che si occupano di linee strategich­e in cantieri complessi come quelli dell’Alta velocità, nelle galvaniche e nel mondo della logistica, in ospedale e strutture sanitarie. Valutando non solo posture e movimentaz­ione carichi, ma anche aggression­i e «stress lavoro correlato».

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