Corriere della Sera (Brescia)

Uccisa dai cani Via al processo

I genitori e il nonno

- di Mara Rodella

Era il 17 settembre del 2017 quando la piccola Victoria, appena 14 mesi, è stata azzannata e sbranata dai cani dei suoi genitori, due pit bull che erano nella villetta di Flero, mentre la piccola era in compagnia del nonno paterno. Davanti al giudice, Maria Chiara Minazzato, è cominciato ieri il processo in dibattimen­to a carico del nonno, Hazan Zikaj e dei genitori della bambina: Egi e la moglie Olga De Luca, proprietar­i degli animali. Tutti e tre sono chiamati dalla Procura a rispondere del reato di omicidio colposo.

Era il 17 settembre del 2017 e pioveva a dirotto. Lei, adesso, di anni ne avrebbe quasi quattro. Ma la piccola Victoria è stata azzannata e sbranata da quei cani «che tanto adorava» — giurano da sempre i famigliari sventoland­o le immagini che li ritraggono insieme — nel giardino della villetta di Flero in cui viveva con i genitori. Con la bimba, quel pomeriggio, però, c’era solo il nonno paterno: il padre spesso in Germania per lavoro, la mamma che stava per rientrare dal turno. Stando alla ricostruzi­one della drammatica sequenza, erano fuori nel giardinett­o, seduti insieme sulla panca, quando, non appena pare lui avesse appoggiato a terra la nipotina, i due pitbull di famiglia le si sono scagliati contro senza lasciarle scampo. Per provare a salvare Victoria, e fare in modo che gli operatori del 118 riuscisser­o a entrare i carabinier­i hanno dovuto abbattere i cani. Ma non c’era più niente da fare.

Davanti al giudice, Maria Chiara Minazzato, si è aperto il processo in dibattimen­to a carico del nonno, Hazan Zikaj («il mio ergastolo a vita è questo dolore che non passerà mai» disse in fase di indagine) e dei genitori della bambina: Egi e la moglie Olga De Luca, proprietar­i degli animali. Tutti e tre devono rispondere di omicidio colposo. Il pm Roberta Panico aveva iscritto nel registro degli indagati anche due veterinari non avrebbero segnalato almeno un paio di precedenti in cui i pitbull avevano aggredito i cani di residenti in zona, ma sono stati prosciolti dal gup, Paolo Mainardi, al termine dell’udienza preliminar­e (quando peraltro la difesa chiese di procedere con un rito abbreviato condiziona­to all’audizione di alcuni amici di famiglia).

Un’udienza lampo, dedicata all’ammissione delle prove: testimonia­li e documental­i. Una decina i testimoni (per lo più forze dell’ordine) previsti dall’accusa, a cui si sommano quelli citati dalla difesa. L’avvocato Patrizia Scalvi, che assiste tutti e tre gli imputati, convocherà conoscenti e amici che quella casa la frequentav­ano spesso, per dimostrare che quell’aggression­e mortale sarebbe stata totalmente imprevedib­ile. Nessun elemento per poterla prevedere, o anche solo lontanamen­te sospettare.

«Quei cani erano di famiglia, trattati come tali. E mai avevano dato segni di aggressivi­tà con nostra figlia o motivi di preoccupaz­ione», aveva detto Egi Zikaj, in lacrime, durante l’udienza preliminar­e che ne dispose il rinvio a giudizio con la moglie e il padre.

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I carabinier­i nella villetta di Flero teatro della tragedia (LaPresse)
I rilievi I carabinier­i nella villetta di Flero teatro della tragedia (LaPresse)

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