Il primo lunedì di pieghe e tinte «Vietato perdere un altro giorno»
Acquisti frenati dall’ansia e dalla preoccupazione ma i clienti rispettano le code e le indicazioni dei negozianti E in parecchi non sono ancora pronti per riprendere il lavoro
Il primo taglio e piega dopo due mesi «non era importante, ma ne avevamo bisogno», dice una signora prima di pagare il conto. Per molti parrucchieri ieri è stato il primo lunedì di lavoro di tutta la carriera: vietato perdere un altro giorno, dopo settimane di chiusura forzata e conti in rosso. Così parrucchieri, barbieri e estetisti hanno riaperto, come previsto, con tutti gli accorgimenti del caso, muniti di mascherina o visiera in plastica, annotando nome, cognome e contatti di tutti i clienti: dovranno conservarli per 14 giorni.
I telefoni dei saloni non smettono di suonare, gli appuntamenti arrivano fino alla prossima settimana e oltre, ma, a conti fatti, si lavora a regime ridotto: «Abbiamo il 30% di clienti in meno e lavoriamo su turni. Recuperare il tempo perduto è impossibile, cerchiamo almeno di attutire il colpo», spiega Davide Agosti, che lavora in un negozio di parrucchieri a Brescia Due.
Barbieri e parrucchieri riprendono a tagliare, colorare e modellare look ormai spenti e ad aggiustare iniziative fai-da-te andate male: molti saloni hanno scelto di prolungare l’orario e i giorni di apertura (c’è chi valuta di tenere aperto 7 giorni su 7, se necessario).
Tra chi riapre c’è anche Riccardo Begni, barbiere in via dei Musei, padre di ben 11 figli: «Siamo sopravvissuti anche grazie all’aiuto di molte persone. Adesso riesco ad avere al massimo un cliente all’ora perché faccio tutto da solo e non ho aiutanti. Ma non voglio affannarmi: durante la quarantena ho imparato che la vita non è solo lavoro». (n.o.)