Brescia, continua l’attesa senza via libera da Roma i tamponi in stand by
La Serie A aspetta il semaforo verde del governo per il nuovo protocollo (rivisto domenica, con la novità del ritiro obbligatorio solo in caso di una positività: potrebbe essere il compromesso decisivo) che darebbe il via libera agli allenamenti collettivi. Ma, se le altre 19 società hanno terminato i test molecolari, o sono in attesa di conoscere i risultati definitivi della seconda tornata obbligatoria, a Brescia la società ha deciso di attendere le direttive ministeriali prima di effettuare i due tamponi — l’iter è stato predisposto dal dottor Maurizio De Gasperi, il medico sociale del club — a tutto il gruppo squadra, già sottoposto agli esami sierologici. Servirà la negatività completa per procedere agli allenamenti collettivi: per ora, tuttavia, sono concesse solo le sedute a gruppi ristretti di otto persone, quindi prevale la strategia dell’attesa (nell’attesa). Il presidente Massimo Cellino è in contatto continuo con i suoi colleghi della Lega Serie A, mentre il capitano Daniele Gastaldello cura i rapporti con l’Associazione Italiana Calciatori. A Torbole continuano gli allenamenti individuali. E facoltativi. Anche ieri al centro sportivo ha presenziato un discreto numero di atleti divisosi tra palestra e campo centrale, dove per ora non si può andare oltre a esercizi individuali e percorsi con il pallone completati da tiri in porta ad Alfonso e Andrenacci. Sempre assenti Balotelli, Bisoli, Romulo e Viviani, come nei giorni scorsi, devono ancora completare il periodo di quarantena obbligatoria i cinque stranieri che erano rientrati: Mateju, Zmrhal e Spalek ieri si sono concessi un’insolita partita di calcio tennis sul balcone, mentre Lopez e Joronen attendono di riunirsi al gruppo. Se il campionato davvero ripartirà, i tamponi saranno poi effettuati ogni 4 giorni. Per questo, una data d’inizio è immaginabile: non sarà il 13 giugno, la Figc ha bloccato le competizioni fino al 14, potrebbe essere il 17 o il 20. La chiusura resta un’incognita. E l’Uefa pare voler aspettare, anche a costo di posticipare o comprimere le fasi finali delle coppe europee. (lu.ber.)