Don Marco Mori celebra a S. Polo «Emozione e record di presenze»
Durante i giorni disperati della pandemia, ha celebrato gli strazianti addii solitari dei suoi parrocchiani. Ha istituito il barattolo d’oro in cui chi entrava in chiesa poteva lasciare pensieri, preghiere, ansie e speranze. Ha sostenuto la sua comunità e ieri mattina è salito sull’altare carico di emozione. «Al segno della croce mi ha preso un groppo in gola e ho fatto fatica a fare uscire la voce — confessa don Marco Mori, parroco della parrocchia della Conversione di San Paolo di San Polo a Brescia — ma la gioia di rivedere la chiesa popolata mi ha dato coraggio, soprattutto perché alla prima messa abbiamo avuto il record di presenze per essere un giorno infrasettimanale». Tra i banchi una ventina di persone, rispetto alle 10 o 12 del pre Covid. Grande lo sforzo per il lento ritorno alla normalità, nel rispetto di tutte le prescrizioni: sanificazione, igienizzazione, mascherina e solo due persone per banco a una distanza di un metro. E al momento di distribuire l’eucarestia «di nuovo mi è presa l’emozione. La chiesa, in realtà, non è mai stata vuota, ma casa tra le case, perché l’abbiamo sempre riempita con i sentimenti di tutti. Ma, dopo essere passato nei banchi, ho detto ai parrocchiani che sicuramente quella Comunione non ce la saremmo mai scordata e anche loro si sono commossi». Domenica si attendono altri numeri. «La Chiesa ha 450 posti, possiamo utilizzarne solo 114. C’è un percorso di accesso e uno di uscita, indicati dai ragazzi dell’oratorio. Se servirà, sono disposto ad aumentare le messe, perché la chiesa deve essere un luogo sicuro, non solo per l’anima». (l.g.)