Segni di Covid, senza virus
La scoperta arriva da accertamenti radiografici su pazienti che devono essere ricoverati per altro: portano nei polmoni i segni del virus, ma i tamponi sono negativi.
Cresce il numero di pazienti senza sintomi da Covid che si presentano al Pronto soccorso per altri motivi. Ed è qui che i medici scoprono lesioni o segni che fanno pensare al Covid. Il virus ha probabilmente contagiato queste persone, ma molto tempo fa e quindi sono negati al tampone. A spiegarlo è Michela Bezzi, direttore della Pneumologia interventistica del Civile e responsabile di unità Covid.
Pneumologa La dottoressa Michela Bezzi ha coordinato le unità Covid del Civile in emergenza
Come avete scoperto quest’anomalia?
«A marzo curavamo persone colpite da Covid per difficoltà respiratorie, insufficienza polmonare grave e altri sintomi che potevano coinvolgere tutti gli organi. Due mesi fa, in Pronto soccorso, facevamo 200 tamponi al giorno. E 199 risultavano positivi. Le radiografie erano chiare, non serviva nemmeno la Tac. E tutti venivano ricoverati». Poi, cosa è cambiato?
«Dopo il picco del 26 marzo i casi di pazienti Covid con il tampone positivo sono crollati. Da un giorno all’altro abbiamo iniziato a rivedere in Pronto soccorso persone che venivano per motivi non legati al virus. Un 30% doveva essere ricoverato. In questo caso, era obbligatorio fare prima un Rx o una Tac e anche il tampone. Così si scopriva se era un paziente Covid o no». Avete notato esiti di polmoniti Covid-like, che potevano far pensare al coronavirus?
«Io piuttosto la chiamerei sindrome postCovid. In molti casi non avevamo più il tampone positivo, ma dalla radiografia o dalla Tac capivamo di aver davanti persone che avevano contratto il Covid. Erano però rimaste a casa perché avevano pochi sintomi oppure erano del tutto guarite».
Questo vuol dire che il virus non si comporta in egual modo con tutti?
«Sì, è proprio così. Dentro l’ospedale abbiamo fatto 6.800 sierologici. In 1.054 casi è risultato positivo: di questi, 446 hanno fatto la malattia e hanno il tampone positivo, mentre gli altri 608 non hanno avuto alcun sintomo. Il virus però l’hanno incontrato». Questa è una buona notizia, sbaglio?
«È la cosa migliore che potrebbe accadere. Nel senso che il virus colpisce, ma non sempre determina forme gravi».
Siete sorpresi di questo?
«No, ce l’aspettavamo. Sin dall’inizio
l’impressione di vedere, in ospedale o a casa gestiti dal medico, solo il 10% degli infetti. Tra Brescia e provincia ci sono 570 mila persone in età da lavoro. Con il progetto Scedcov, fatto insieme ad Aib e all’Università, abbiamo visto che i tamponi positivi dei lavoratori sono l’1%. Credo che potremmo moltiplicare questo numero per dieci. È verisimile che il 10% dei bresciani, tra 15 e 65 anni, abbia già incontrato il virus e sviluppato la malattia. Parliamo di 60 mila persone, molte ai ricoverate. Per tanti pazienti il Covid ha rappresentato complicanze, lunghi ricoveri e decessi. Per altri solo un’infiammazione visibile».
Quindi non per forza una polmonite?
«No, anzi. All’Rx si notava un’alterazione: erano degli infiltrati, come una trama biancastra a indicare che il virus era passato di lì. Il paziente aveva sviluppato un’infiammazione, ma non una polmonite».
E oggi, com’è la situazione?
«Dal 20 aprile al 20 maggio abbiamo visto 900 persone e la metà erano casi sospetti. Probabilmente, tutti questi avevano contratto il Covid tempo fa. La procedura era di tenerli in una stanza singola. E noi li abbiamo isolati. I numeri però stanno calando molto».
Ci sono 130 pazienti ancora ricoverati al Civile, di cui metà sospetti.
«Sì, stiamo chiudendo diversi reparti Covid. La scala 5 con le Medicine è del tutto ripulita, anche la Pneumologia e buona parte degli Infettivi. Da domani anche l’Unità Covid “B” chiude. I pazienti sono in rapido calo, ma li seguiamo con il follow-up».
Un’area per i Covid resta, no?
«Sì, manterremo un ambito per i pazienti sospetti (area grigia) e quelli positivi. L’area rimarrà magari vuota, ma pronta».
Michela Bezzi
Ce ne siamo accorti durante normali ricoveri Molte persone non avevano manifestato sintomi anche se le radiografie portavano segni tipici del virus Qui la situazione si sta normalizzando, resterà un piccolo presidio pronto a ripartire